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Adozioni
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Biondo era un cane anziano che soffre di crisi epilettiche, chiuso in un box nel canile municipale di La Spezia.Abbiamo detto era un cane anziano perchè adesso è rinato e per lui è iniziata una nuova vita!!!Le parole toccanti di Davide, l'adottante di Biondo, ci hanno commosso e ci danno la forza per andare avanti in quello che sembra uno sforzo senza fine.Ma le parole di Davide hanno colpito anche la giornalista Sondra Coggio che ne parla in questo bell'articolo sul Il Secolo XIX.
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
«Sono già passati quattro mesi da quando ti ho tolto da quella gabbia, appena ho firmato l'adozione ero il ventenne più felice del mondo, ho aspettato 14 anni prima di avere un cane mio, ma cavolo se ne è valsa la pena…». Davide ha scritto questa lettera, ai volontari dell’Impronta, che trascorreranno anche le feste di Natale in canile. Grazie a loro ha conosciuto Biondo, il cane che nessuno aveva mai voluto, prima: perché non era un cucciolo. Un’adozione del cuore, che Davide racconta così: «Appena ti ho visto ho pensato subito che fossi il cane perfetto, ed avevo ragione. Sei stato la scelta più bella. Sai volermi bene senza avere nemmeno il dono della parola, hai gli occhi di chi ha sofferto, e mi sembra quasi di vedere il mio riflesso. Avrei tante altre cose da dire ma mi fermo con la frase: ti voglio bene. Qualcuno dirà: ma è solo un cane. Invece per me è parte della famiglia e la famiglia non si abbandona. Se avete intenzione di prendere un cane passate dal canile, ce ne sono tanti, come Biondo che meritano una casa. Buon natale a tutti». Una lettera che vale oro, e ripaga i volontari di mille fatiche. Si possono trovare al canile comunale di San Venerio il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale si può visitare, contattando direttamente i volontari.

Biondo era un cane anziano che soffre di crisi epilettiche, chiuso in un box nel canile municipale di La Spezia.
Abbiamo detto era un cane anziano perchè adesso è rinato e per lui è iniziata una nuova vita!!!
Le parole toccanti di Davide, l'adottante di Biondo, ci hanno commosso e ci danno la forza per andare avanti in quello che sembra uno sforzo senza fine.

Ma le parole di Davide hanno colpito anche la giornalista Sondra Coggio che ne parla in questo bell'articolo sul Il Secolo XIX.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



«Sono già passati quattro mesi da quando ti ho tolto da quella gabbia, appena ho firmato l'adozione ero il ventenne più felice del mondo, ho aspettato 14 anni prima di avere un cane mio, ma cavolo se ne è valsa la pena…». Davide ha scritto questa lettera, ai volontari dell’Impronta, che trascorreranno anche le feste di Natale in canile. Grazie a loro ha conosciuto Biondo, il cane che nessuno aveva mai voluto, prima: perché non era un cucciolo. Un’adozione del cuore, che Davide racconta così: «Appena ti ho visto ho pensato subito che fossi il cane perfetto, ed avevo ragione. Sei stato la scelta più bella. Sai volermi bene senza avere nemmeno il dono della parola, hai gli occhi di chi ha sofferto, e mi sembra quasi di vedere il mio riflesso. Avrei tante altre cose da dire ma mi fermo con la frase: ti voglio bene. Qualcuno dirà: ma è solo un cane. Invece per me è parte della famiglia e la famiglia non si abbandona. Se avete intenzione di prendere un cane passate dal canile, ce ne sono tanti, come Biondo che meritano una casa. Buon natale a tutti». Una lettera che vale oro, e ripaga i volontari di mille fatiche. Si possono trovare al canile comunale di San Venerio il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale si può visitare, contattando direttamente i volontari.


Il riscatto del nostro Birillo raccontato dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX!!!!
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Una pettorina al collo, con su scritto “adottami”, ed un cuoricino rosso, a forma di zampa. L’avevano portato in giro così, i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che opera al canile comunale della Spezia. Guinzaglio rosso, e un cartellino a forma di osso, con due parole: “Cerco casa”. Non è facile, trovare un’adozione per un gigante, per quanto buono. Eppure, questa volta, Birillo ce l’ha fatta. Ed è proprio vero che non c’è due senza tre: perché nella sua vita, per due volte era stato illuso. Una storia tutta in salita, la sua. La prima volta, era entrato in canile con il suo padrone. Aveva tre, quattro anni. Tutto contento, saltellava, senza capire che l'avrebbero lasciato lì. Gli avevano raccontato che doveva stare tranquillo. «Tu non preoccuparti, vedrai, andrà tutto bene: abbi fede». E Birillo aveva abbaiato, felice, perché i cani hanno fiducia, nell’uomo, sempre e comunque. Solo che non era mai tornato, il suo “umano”. Ed erano passati giorni, e settimane. Ed era stato molto difficile, convincersi di essere stato abbandonato. Un boccone troppo amaro, da buttare giù: tanto che non voleva crederci. I volontari lo consolavano, promettendogli che prima o poi sarebbe capitato anche a lui, di ritrovare una famiglia. Solo che anche la seconda volta, non gli era andata affatto bene. L’avevano scelto, preso, e riportato indietro. Non era “il cane giusto”. Birillo era rientrato col muso lungo, gli occhi bassi. Non aveva fatto niente di male, lui, no. E non capiva. E quando i volontari gli avevano detto che l'avrebbero portato a passeggio in città, per farlo vedere, e riprovare ancora a cercare un padrone, quasi non ci credeva più. «Non funzionerà nemmeno questa volta», pareva dirsi fra sé. Invece, no. Per lui, si sono fatte avanti due giovani donne. Gli hanno promesso di adottarlo, appena si fossero trasferite nella nuova casa, con il giardino. E per fargli capire che stavolta era per sempre, sono andate a trovarlo, ogni settimana, per due mesi. Birillo le aspettava, col cuore in gola. Saltava, scodinzolava, faceva di tutto, per far capire loro quanto era importante, quell’amicizia. Finché, l’altra mattina, è stato il gran giorno. Sono arrivate in macchina, hanno firmato le carte. E lui le ha seguite, senza voltarsi indietro. Sapeva che stavolta era tutto vero. Lo sentiva. E una volta a casa, ha fatto capire di essere già parte della famiglia. «Siamo follemente innamorate di lui – raccontano le adottanti – è un cane buonissimo, ed un guardiano perfetto». E Birillo, che si rotola sul tappeto rosso, e ruba i pupazzetti di casa, non vede l’ora di dimostrare la sua immensa gratitudine.

Il riscatto del nostro Birillo raccontato dalla giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX!!!!



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Una pettorina al collo, con su scritto “adottami”, ed un cuoricino rosso, a forma di zampa. L’avevano portato in giro così, i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che opera al canile comunale della Spezia. Guinzaglio rosso, e un cartellino a forma di osso, con due parole: “Cerco casa”. Non è facile, trovare un’adozione per un gigante, per quanto buono. Eppure, questa volta, Birillo ce l’ha fatta. Ed è proprio vero che non c’è due senza tre: perché nella sua vita, per due volte era stato illuso. Una storia tutta in salita, la sua. La prima volta, era entrato in canile con il suo padrone. Aveva tre, quattro anni. Tutto contento, saltellava, senza capire che l'avrebbero lasciato lì. Gli avevano raccontato che doveva stare tranquillo. «Tu non preoccuparti, vedrai, andrà tutto bene: abbi fede». E Birillo aveva abbaiato, felice, perché i cani hanno fiducia, nell’uomo, sempre e comunque. Solo che non era mai tornato, il suo “umano”. Ed erano passati giorni, e settimane. Ed era stato molto difficile, convincersi di essere stato abbandonato. Un boccone troppo amaro, da buttare giù: tanto che non voleva crederci. I volontari lo consolavano, promettendogli che prima o poi sarebbe capitato anche a lui, di ritrovare una famiglia. Solo che anche la seconda volta, non gli era andata affatto bene. L’avevano scelto, preso, e riportato indietro. Non era “il cane giusto”. Birillo era rientrato col muso lungo, gli occhi bassi. Non aveva fatto niente di male, lui, no. E non capiva. E quando i volontari gli avevano detto che l'avrebbero portato a passeggio in città, per farlo vedere, e riprovare ancora a cercare un padrone, quasi non ci credeva più. «Non funzionerà nemmeno questa volta», pareva dirsi fra sé. Invece, no. Per lui, si sono fatte avanti due giovani donne. Gli hanno promesso di adottarlo, appena si fossero trasferite nella nuova casa, con il giardino. E per fargli capire che stavolta era per sempre, sono andate a trovarlo, ogni settimana, per due mesi. Birillo le aspettava, col cuore in gola. Saltava, scodinzolava, faceva di tutto, per far capire loro quanto era importante, quell’amicizia. Finché, l’altra mattina, è stato il gran giorno. Sono arrivate in macchina, hanno firmato le carte. E lui le ha seguite, senza voltarsi indietro. Sapeva che stavolta era tutto vero. Lo sentiva. E una volta a casa, ha fatto capire di essere già parte della famiglia. «Siamo follemente innamorate di lui – raccontano le adottanti – è un cane buonissimo, ed un guardiano perfetto». E Birillo, che si rotola sul tappeto rosso, e ruba i pupazzetti di casa, non vede l’ora di dimostrare la sua immensa gratitudine.


George, ora Gigetto, adottatooooo! Nei canili e nei gattili è inutile, ci si innamora!!Così è stato anche per il nostro amico! Lara si è innamorata di lui appena l’ha visto!Purtroppo si sa, i nostri amici a quattro zampe non vivono quanto vorremmo. Ma Lara e la sua famiglia che hanno perso da poco il loro amato gatto hanno deciso di colmare quel vuoto enorme adottando un altro micio, un micio sfortunato, un micio del gattile, un micio che avrebbe passato l’inverno senza poter assaporare il calore di una casa e un morbido divano.Il dolore è grande quando un nostro amico ci lascia... ma dare la possibilità di una vita migliore ad un gatto abbandonato è un bellissimo gesto d’amore!!! Gigetto non sostituirá l’amore dell’altro micio, ma dará loro tanta gioia!!!E poi Gigetto è veramente uno spettacolo di gatto, impossibile non amarlo! Buona vita tesoro! 
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Il suo regalo di Natale, è arrivato in anticipo. Un divano sul quale accoccolarsi, gli occhi grandi e le zampine affusolate, protese in avanti come a “difendere” il calduccio appena conquistato. Il piccolo George ha lasciato il rifugio comunale di via del Monte, a San Venerio. Il suo inverno, lo trascorrerà in famiglia, nella sua nuova casa. Niente più vento, e pioggia. Viveva nello spazio gattile, poco più di un riparo: cemento sotto le zampette, reti tutto attorno. Il suo sguardo, adesso, è cambiato: ora è pieno di luce, da quando è arrivato nel suo piccolo paradiso. L’ha adottato una famiglia che ama i gatti. Ne aveva uno, amatissimo. Il suo percorso terreno si è concluso, purtroppo, lasciando un grande vuoto, dopo una vita felice. Il dolore è tanto grande, quando si perde un piccolo compagno di viaggio. Si vorrebbe poterlo trattenere di più, ma non è possibile. Ed ecco che per George è arrivata l’occasione che aspettava da tanto: una casa, e tante coccole. Le immagini del gattino, prima e dopo, raccontano quanto possa dare, l’affetto di un’adozione. George stava bene, in canile, aveva la ciotola piena ed un tetto. Non poteva essere, però, la stessa cosa di una famiglia. Ora è un piccolo principe.

George, ora Gigetto, adottatooooo! 
Nei canili e nei gattili è inutile, ci si innamora!!
Così è stato anche per il nostro amico! Lara si è innamorata di lui appena l’ha visto!
Purtroppo si sa, i nostri amici a quattro zampe non vivono quanto vorremmo. Ma Lara e la sua famiglia che hanno perso da poco il loro amato gatto hanno deciso di colmare quel vuoto enorme adottando un altro micio, un micio sfortunato, un micio del gattile, un micio che avrebbe passato l’inverno senza poter assaporare il calore di una casa e un morbido divano.
Il dolore è grande quando un nostro amico ci lascia... ma dare la possibilità di una vita migliore ad un gatto abbandonato è un bellissimo gesto d’amore!!! Gigetto non sostituirá l’amore dell’altro micio, ma dará loro tanta gioia!!!
E poi Gigetto è veramente uno spettacolo di gatto, impossibile non amarlo! Buona vita tesoro! 

 

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Il suo regalo di Natale, è arrivato in anticipo. Un divano sul quale accoccolarsi, gli occhi grandi e le zampine affusolate, protese in avanti come a “difendere” il calduccio appena conquistato. Il piccolo George ha lasciato il rifugio comunale di via del Monte, a San Venerio. Il suo inverno, lo trascorrerà in famiglia, nella sua nuova casa. Niente più vento, e pioggia. Viveva nello spazio gattile, poco più di un riparo: cemento sotto le zampette, reti tutto attorno. Il suo sguardo, adesso, è cambiato: ora è pieno di luce, da quando è arrivato nel suo piccolo paradiso. L’ha adottato una famiglia che ama i gatti. Ne aveva uno, amatissimo. Il suo percorso terreno si è concluso, purtroppo, lasciando un grande vuoto, dopo una vita felice. Il dolore è tanto grande, quando si perde un piccolo compagno di viaggio. Si vorrebbe poterlo trattenere di più, ma non è possibile. Ed ecco che per George è arrivata l’occasione che aspettava da tanto: una casa, e tante coccole. Le immagini del gattino, prima e dopo, raccontano quanto possa dare, l’affetto di un’adozione. George stava bene, in canile, aveva la ciotola piena ed un tetto. Non poteva essere, però, la stessa cosa di una famiglia. Ora è un piccolo principe.


L'adozione del nostro White, detto Uite, da parte di Fabio e Anna raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Il Secolo XIX!!!!!!Adesso White è veramente bianco, vaporoso, morbidoso e finalmente.......LIBERO!!!!!!
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Non ha un carattere facile, un maremmano: non può averlo, se è stato abbandonato, e soprattutto se – da pastore che era, in libertà – viene rinchiuso in una gabbia, costretto a vivere in pochi spazi, a provare dentro tanta amarezza. E lui, White, si era chiuso in sé stesso. Non era facile, rapportarsi, perché lui non aveva più voglia di credere a nessun essere umano. Triste. Spaventato. Sempre in allerta, pronto a “difendersi”. Un muro, aveva eretto, attorno a sé. Un muro che Anna, una delle volontarie della struttura comunale di San Venerio, con pazienza, è riuscita a scalare. White l’ha capito, che gli voleva bene, quella volontaria gentile. S’è lasciato avvicinare. S’è lasciato fare il bagnetto. E ha perfino cominciato a giocare. E s’è talmente affezionato, che Anna una mattina ha deciso di portarselo via, di adottarlo. Un progetto importante, che ha richiesto tempo. E il giorno del compleanno di Anna, White ha varcato il cancello del canile. Non per la solita sgambatina, no. Per iniziare una nuova vita. Il maremmano è rinato. Bellissimo, candido, una nuvola. E ha fatto amicizia col gatto di casa. «Festeggeranno insieme il compleanno, da oggi in poi», commentano commossi i volontari. Ogni adozione è un traguardo, un momento di felicità. Specie se si tratta di un cane che non è un cucciolo, non è di piccola taglia, e ha sofferto tanto. In questa stagione di pioggia e di gelo, poi, le gabbie sono una costrizione infinita. Non si può nemmeno sgambare. Ecco perché si spera di aumentare le adozioni. Ci sono quasi cento cani, nella struttura: di tutti i tipi. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18. Il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. 

L'adozione del nostro White, detto Uite, da parte di Fabio e Anna raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Il Secolo XIX!!!!!!
Adesso White è veramente bianco, vaporoso, morbidoso e finalmente.......LIBERO!!!!!!



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Non ha un carattere facile, un maremmano: non può averlo, se è stato abbandonato, e soprattutto se – da pastore che era, in libertà – viene rinchiuso in una gabbia, costretto a vivere in pochi spazi, a provare dentro tanta amarezza. E lui, White, si era chiuso in sé stesso. Non era facile, rapportarsi, perché lui non aveva più voglia di credere a nessun essere umano. Triste. Spaventato. Sempre in allerta, pronto a “difendersi”. Un muro, aveva eretto, attorno a sé. Un muro che Anna, una delle volontarie della struttura comunale di San Venerio, con pazienza, è riuscita a scalare. White l’ha capito, che gli voleva bene, quella volontaria gentile. S’è lasciato avvicinare. S’è lasciato fare il bagnetto. E ha perfino cominciato a giocare. E s’è talmente affezionato, che Anna una mattina ha deciso di portarselo via, di adottarlo. Un progetto importante, che ha richiesto tempo. E il giorno del compleanno di Anna, White ha varcato il cancello del canile. Non per la solita sgambatina, no. Per iniziare una nuova vita. Il maremmano è rinato. Bellissimo, candido, una nuvola. E ha fatto amicizia col gatto di casa. «Festeggeranno insieme il compleanno, da oggi in poi», commentano commossi i volontari. Ogni adozione è un traguardo, un momento di felicità. Specie se si tratta di un cane che non è un cucciolo, non è di piccola taglia, e ha sofferto tanto. In questa stagione di pioggia e di gelo, poi, le gabbie sono una costrizione infinita. Non si può nemmeno sgambare. Ecco perché si spera di aumentare le adozioni. Ci sono quasi cento cani, nella struttura: di tutti i tipi. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18. Il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. 


La storia di Kerry adottata da una nostra volontaria dal cuore grande sulle pagine de Il Secolo XIX.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Aveva solo 8 mesi, quando è stata lasciata in canile. Per dodici anni, Kerry è rimasta lì. Chiusa, nella sua prigione. Una vita trascorsa senza una prospettiva. Finché la malattia l’ha quasi paralizzata. Non è ancora Natale, ma Kerry ha avuto il suo miracolo. Losa, una volontaria dell’associazione L’Impronta, l’ha voluta con sé. «Kerry, e le sue zampe deformate dall’artrosi – racconta – lei che si è sempre rialzata da sola, perché lei è un tipo tosto, una che ne ha vissute tante, in quel suo piccolo mondo di solitudine. La sua sopravvivenza». Pensavano, i volontari, che la sua vita fosse finita. Ogni volta. E ogni volta, Kerry cadeva, e si rialzava. «Quest’anno è tornato il freddo, l’ennesimo inverno, gelido, e tutti abbiamo pensato che no, che lei non ce l’avrebbe potuta fare – confessa Losa – perché l’inverno, in canile, porta via i più deboli, i più anziani, i cani ammalati. Ed è una tragica verità». Losa non ha voluto che accadesse a Kerry. Insieme a Pier, ha fatto la sua richiesta di adozione. E questa volta, Kerry, se l’è portata a casa. Non è la prima volta, che Losa e Pier salvano una vita. Non sarà per molto, e questo lo sanno. Perché il cammino di Kerry è alla fine. Però, per la prima volta, passerà un inverno al caldo, in una casa. E una casa è diversa, dal canile. «Riscattare un cane anziano, ammalato, è qualcosa che tutti dovrebbero provare – testimonia Losa – è un privilegio stare accanto a chi sta per andar via. E’ una grande emozione, vedere l’attaccamento alla vita, che riesce ad avere ancora il sopravvento. Kerry sta riuscendo di nuovo a camminare. Col muso, adesso, viene verso la mia mano, e cerca una carezza. Ci ha già restituito quello che abbiamo fatto per lei». Poi, una confidenza: «In un mondo in cui spesso gli invisibili non vengono nemmeno visti, i nostri occhi si sono incrociati, per tanti anni. Ero certa che questa fosse la cosa giusta da fare, adesso, per lei».

La storia di Kerry adottata da una nostra volontaria dal cuore grande sulle pagine de Il Secolo XIX.

 

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Aveva solo 8 mesi, quando è stata lasciata in canile. Per dodici anni, Kerry è rimasta lì. Chiusa, nella sua prigione. Una vita trascorsa senza una prospettiva. Finché la malattia l’ha quasi paralizzata. Non è ancora Natale, ma Kerry ha avuto il suo miracolo. Losa, una volontaria dell’associazione L’Impronta, l’ha voluta con sé. «Kerry, e le sue zampe deformate dall’artrosi – racconta – lei che si è sempre rialzata da sola, perché lei è un tipo tosto, una che ne ha vissute tante, in quel suo piccolo mondo di solitudine. La sua sopravvivenza». Pensavano, i volontari, che la sua vita fosse finita. Ogni volta. E ogni volta, Kerry cadeva, e si rialzava. «Quest’anno è tornato il freddo, l’ennesimo inverno, gelido, e tutti abbiamo pensato che no, che lei non ce l’avrebbe potuta fare – confessa Losa – perché l’inverno, in canile, porta via i più deboli, i più anziani, i cani ammalati. Ed è una tragica verità». Losa non ha voluto che accadesse a Kerry. Insieme a Pier, ha fatto la sua richiesta di adozione. E questa volta, Kerry, se l’è portata a casa. Non è la prima volta, che Losa e Pier salvano una vita. Non sarà per molto, e questo lo sanno. Perché il cammino di Kerry è alla fine. Però, per la prima volta, passerà un inverno al caldo, in una casa. E una casa è diversa, dal canile. «Riscattare un cane anziano, ammalato, è qualcosa che tutti dovrebbero provare – testimonia Losa – è un privilegio stare accanto a chi sta per andar via. E’ una grande emozione, vedere l’attaccamento alla vita, che riesce ad avere ancora il sopravvento. Kerry sta riuscendo di nuovo a camminare. Col muso, adesso, viene verso la mia mano, e cerca una carezza. Ci ha già restituito quello che abbiamo fatto per lei». Poi, una confidenza: «In un mondo in cui spesso gli invisibili non vengono nemmeno visti, i nostri occhi si sono incrociati, per tanti anni. Ero certa che questa fosse la cosa giusta da fare, adesso, per lei».


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Cento cani ed una quindicina di gatti, tutti randagi, in affido al sindaco Pierluigi Peracchini hanno rischiato per l’ennesima volta di restare senza una goccia d’acqua. La ragione: morosità. A “salvarli” è stata soltanto la particolare difficoltà del distacco della struttura canile di San Venerio, dalla rete idrica comunale. A causa di una valvola trovata guasta, il personale di Acam, che era salito a staccare l’utenza ha dovuto rinunciare, perché-per procedere- sarebbe stato necessario sospendere l’erogazione del servizio a tutte le abitazioni di via del Monte, a San Venerio. E Acam non aveva avvisato i cittadini. Non si sa come mai la valvola fosse rotta. Capita. Certo è che ha sollevato curiosità, il fatto che il canile comunale della Spezia sia moroso. Tanto più che non è la prima volta, quest’anno, che l’ azienda di distribuzione dell’acqua manda i solleciti, e dispone la cessazione del servizio. Il Comune è un socio azionario di Acam, ma- in questo caso- è un cliente. E deve pagare. Risulta invece che siano state saldate, a ieri, poche bollette: gennaio, poi marzo, poi il vuoto, per quanto riguarda il periodo estivo. E- a meno che non sia stato chiesto in extremis un rateo del pregresso- il buco non risulta appianato. L’imbarazzo è notevole, perché i cani hanno necessità di bere e di essere lavati. Se dovessero restare senz’acqua, sarebbe un bel guaio. D’altro canto, per legge, non può essere accettata la morosità, protratta nel tempo. C’è un regolamento. E poiché il credito di Acam si aggira su qualche migliaio di euro, Acam è tenuta a intervenire. Deve farlo. Già era successo, mesi fa, che l’azienda mandasse i tecnici al canile, a staccare tutto. Se non che, anche quella volta, era risultata guasta la valvola, e non se n’era fatto niente. Se dovesse perdurare la situazione di irregolarità nei pagamenti, Acam procederà con l’avviso della temporanea sospensione del servizio a tutte le utenze di Via del Monte, e interverrà sulla valvola, e sull’allaccio. Il Comune ha fatto sapere che i costi delle bollette sono a carico della cooperativa che ha in appalto la struttura, ed ha avviato una verifica.

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Cento cani ed una quindicina di gatti, tutti randagi, in affido al sindaco Pierluigi Peracchini hanno rischiato per l’ennesima volta di restare senza una goccia d’acqua. La ragione: morosità. A “salvarli” è stata soltanto la particolare difficoltà del distacco della struttura canile di San Venerio, dalla rete idrica comunale. A causa di una valvola trovata guasta, il personale di Acam, che era salito a staccare l’utenza ha dovuto rinunciare, perché-per procedere- sarebbe stato necessario sospendere l’erogazione del servizio a tutte le abitazioni di via del Monte, a San Venerio. E Acam non aveva avvisato i cittadini. Non si sa come mai la valvola fosse rotta. Capita. Certo è che ha sollevato curiosità, il fatto che il canile comunale della Spezia sia moroso. Tanto più che non è la prima volta, quest’anno, che l’ azienda di distribuzione dell’acqua manda i solleciti, e dispone la cessazione del servizio. Il Comune è un socio azionario di Acam, ma- in questo caso- è un cliente. E deve pagare. Risulta invece che siano state saldate, a ieri, poche bollette: gennaio, poi marzo, poi il vuoto, per quanto riguarda il periodo estivo. E- a meno che non sia stato chiesto in extremis un rateo del pregresso- il buco non risulta appianato. L’imbarazzo è notevole, perché i cani hanno necessità di bere e di essere lavati. Se dovessero restare senz’acqua, sarebbe un bel guaio. D’altro canto, per legge, non può essere accettata la morosità, protratta nel tempo. C’è un regolamento. E poiché il credito di Acam si aggira su qualche migliaio di euro, Acam è tenuta a intervenire. Deve farlo. Già era successo, mesi fa, che l’azienda mandasse i tecnici al canile, a staccare tutto. Se non che, anche quella volta, era risultata guasta la valvola, e non se n’era fatto niente. Se dovesse perdurare la situazione di irregolarità nei pagamenti, Acam procederà con l’avviso della temporanea sospensione del servizio a tutte le utenze di Via del Monte, e interverrà sulla valvola, e sull’allaccio. Il Comune ha fatto sapere che i costi delle bollette sono a carico della cooperativa che ha in appalto la struttura, ed ha avviato una verifica.


Garfield e Piuma su Il Secolo XIX.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Vuole il proverbio che fra cane e gatto non corra buon sangue. Ci sono, però, cani e gatti veramente amicissimi, tanto da condividere la stessa ciotola della pappa. Il gatto è Garfield, e il cane è Piuma. Non sono nemmeno cresciuti insieme, ma – con le dovute attenzioni – sono diventati inseparabili. Il gatto già era il padrone di casa, ma ha accettato di condividere l’appartamento con il nuovo amico. Ed eccoli lì, perfettamente a proprio agio, uno accanto all’altro. Capita sempre più spesso che vi siano adozioni miste, cane e gatto. Tutto dipende dall’indole dei singoli esemplari, e dalla pazienza di chi deve procedere con l’inserimento. «Piuma – raccontano i volontari dell’associazione L’Impronta - è uno dei cuccioli di mamma Polda, una cagnolina molto tranquilla, e dolce, che aspetta un’adozione, e si trova presso il canile comunale della Spezia». Un rifugio è un mondo a sè: ci sono davvero tanti cani e gatti, di età e storie diverse. Fra i tanti che cercano casa, c’è Blacky, ancora giovane, taglia media, il classico meticcio di canile, che non vede l’ora di uscire e farsi notare nel mondo. Un tipo allegro, con un suo caratterino. Vivace, come Tsunami, simile ad un labrador, di origini incerte ma di indole molto dolce. O Ringo, maschio, taglia grande, incrocio Malinois, che prima di poter essere adottato necessita, com’è naturale, un periodo di conoscenza.

Garfield e Piuma su Il Secolo XIX.

 

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Vuole il proverbio che fra cane e gatto non corra buon sangue. Ci sono, però, cani e gatti veramente amicissimi, tanto da condividere la stessa ciotola della pappa. Il gatto è Garfield, e il cane è Piuma. Non sono nemmeno cresciuti insieme, ma – con le dovute attenzioni – sono diventati inseparabili. Il gatto già era il padrone di casa, ma ha accettato di condividere l’appartamento con il nuovo amico. Ed eccoli lì, perfettamente a proprio agio, uno accanto all’altro. Capita sempre più spesso che vi siano adozioni miste, cane e gatto. Tutto dipende dall’indole dei singoli esemplari, e dalla pazienza di chi deve procedere con l’inserimento. «Piuma – raccontano i volontari dell’associazione L’Impronta - è uno dei cuccioli di mamma Polda, una cagnolina molto tranquilla, e dolce, che aspetta un’adozione, e si trova presso il canile comunale della Spezia». Un rifugio è un mondo a sè: ci sono davvero tanti cani e gatti, di età e storie diverse. Fra i tanti che cercano casa, c’è Blacky, ancora giovane, taglia media, il classico meticcio di canile, che non vede l’ora di uscire e farsi notare nel mondo. Un tipo allegro, con un suo caratterino. Vivace, come Tsunami, simile ad un labrador, di origini incerte ma di indole molto dolce. O Ringo, maschio, taglia grande, incrocio Malinois, che prima di poter essere adottato necessita, com’è naturale, un periodo di conoscenza.


Che dire di Kid? Lui è un cucciolone bellissimo, bravissimo e dolcissimo! Non si sa come abbia potuto finire in canile nè come possa anocra starci...è un tesoro di cane, in casa si comporta divinamente e ve la riempirebbe di un affetto sconfinato! Come si può resistere a questi occhioni?? Noi ci sciogliamo ogni volta ed è un peccato vederlo ancora in gabbia...vi consigliamo di venirlo a conoscere il prima possibile, perchè siamo certi che farà strage di cuori!

Che dire di Kid? Lui è un cucciolone bellissimo, bravissimo e dolcissimo! Non si sa come abbia potuto finire in canile nè come possa anocra starci...è un tesoro di cane, in casa si comporta divinamente e ve la riempirebbe di un affetto sconfinato! Come si può resistere a questi occhioni?? Noi ci sciogliamo ogni volta ed è un peccato vederlo ancora in gabbia...vi consigliamo di venirlo a conoscere il prima possibile, perchè siamo certi che farà strage di cuori!


Il nostro calendario 2018 si Il Secolo XIX.
 
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Si sono concessi un calendario, i ragazzi che fanno volontariato presso il canile comunale di San Venerio, come associazione L'Impronta. Sono tutti di età e professioni diverse. Li unisce l'impegno a favore di quei cani e gatti che vengono abbandonati, e rischiano di restare tutta la vita in gabbia, se non c'è adeguata promozione della loro esistenza. I volontari si fanno carico di dare una mano in canile, ma soprattutto promuovono eventi e iniziative all'esterno, per far conoscere cani e gatti presenti. E in questo modo agevolano le adozioni. Anna Cirillo ha firmato le fotografie, che raccontano il grande amore per gli animali. Fra l'altro, tutti e dodici gli amici immortalati cercano casa. Il calendario ha finalità benefiche. Il gruppo è privo di fini di lucro, e si adopera per contrastare il fenomeno degli abusi e degli abbandoni. Per informazioni, Elisabetta 3382635117, Losa 3201458159, Pier 3206883661.

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Si sono concessi un calendario, i ragazzi che fanno volontariato presso il canile comunale di San Venerio, come associazione L'Impronta. Sono tutti di età e professioni diverse. Li unisce l'impegno a favore di quei cani e gatti che vengono abbandonati, e rischiano di restare tutta la vita in gabbia, se non c'è adeguata promozione della loro esistenza. I volontari si fanno carico di dare una mano in canile, ma soprattutto promuovono eventi e iniziative all'esterno, per far conoscere cani e gatti presenti. E in questo modo agevolano le adozioni. Anna Cirillo ha firmato le fotografie, che raccontano il grande amore per gli animali. Fra l'altro, tutti e dodici gli amici immortalati cercano casa. Il calendario ha finalità benefiche. Il gruppo è privo di fini di lucro, e si adopera per contrastare il fenomeno degli abusi e degli abbandoni. Per informazioni, Elisabetta 3382635117, Losa 3201458159, Pier 3206883661.


Lucky molti di voi lo conoscono già, perchè lo abbiamo portato diverse volte in città, a banchetti o passeggiate. Nonostante ciò vogliamo ripresentarvelo, perchè si trova ancora in canile. Eppure è un cane dal carattere perfetto, gioioso e affettuoso, buonissimo con tutti, grandi e piccini! E' arrivato con suo fratello Luffy, che è morto diversi mesi fa lasciando un grande vuoto nel nostro cuore e soprattutto nel suo...senza di lui la vita di Lucky è ancora più triste e solitaria e ci piacerebbe davvero tanto vederlo finalmente felice in una famiglia che lo ami!
 
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ERANO entrati in due, in canile. Luffy e Lucky. Avevano scelto, per loro, due nomi solari, di buon augurio. Una risata, l’uno, e la fortuna, l’altro. Solo che Luffy non c’è più. S’è ammalato, è dimagrito, ed è volato sul ponte: quello con l’arcobaleno, in cui si immagina corrano felici tutti i quattro zampe, aspettando quel magico momento in cui potranno ritrovare il proprio amico “umano”. Lucky è rimasto lì, ad aspettare da solo quell’adozione di cui parlavano insieme, lui e Luffy, nelle lunghe sere in cella. Due fratelloni, bianchi e neri. Due grandi amici, che passavano le ore sognando di varcare insieme quel cancello, verso il miraggio di una casa. Due cuori, otto zampe e lo stesso pensiero. E come correvano, nel prato, quando toccava a loro, l’uscita per sgambare... Solo che Lucky è rimasto vivo, lì, a sperare. E deve farlo anche per Luffy, adesso. E i volontari dell’associazione L’Impronta, che organizzano spesso passeggiate in città, per far conoscere gli amici del canile comunale, l’hanno scelto per l’ultima loro camminata in centro. Lucky ha indossato tutto orgoglioso la bandana blu, quella con scritto sopra “cerco casa”, e s’è gustato una giornata immensa di libertà. In auto, è stato bravissimo. Con Pier, Paola, Martina e Marilena, ha trotterellato intorno al gazebo dell’associazione, e tanti si sono fermati, a chiedere qualcosa su di lui. Finita la festa, Lucky è tornato in gabbia, con una tempesta di emozioni nel cuore: profumi, immagini, sensazioni di libertà. E lì, adesso, continua ad aspettare il suo miracolo.

Lucky molti di voi lo conoscono già, perchè lo abbiamo portato diverse volte in città, a banchetti o passeggiate. Nonostante ciò vogliamo ripresentarvelo, perchè si trova ancora in canile. Eppure è un cane dal carattere perfetto, gioioso e affettuoso, buonissimo con tutti, grandi e piccini! E' arrivato con suo fratello Luffy, che è morto diversi mesi fa lasciando un grande vuoto nel nostro cuore e soprattutto nel suo...senza di lui la vita di Lucky è ancora più triste e solitaria e ci piacerebbe davvero tanto vederlo finalmente felice in una famiglia che lo ami!

 

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ERANO entrati in due, in canile. Luffy e Lucky. Avevano scelto, per loro, due nomi solari, di buon augurio. Una risata, l’uno, e la fortuna, l’altro. Solo che Luffy non c’è più. S’è ammalato, è dimagrito, ed è volato sul ponte: quello con l’arcobaleno, in cui si immagina corrano felici tutti i quattro zampe, aspettando quel magico momento in cui potranno ritrovare il proprio amico “umano”. Lucky è rimasto lì, ad aspettare da solo quell’adozione di cui parlavano insieme, lui e Luffy, nelle lunghe sere in cella. Due fratelloni, bianchi e neri. Due grandi amici, che passavano le ore sognando di varcare insieme quel cancello, verso il miraggio di una casa. Due cuori, otto zampe e lo stesso pensiero. E come correvano, nel prato, quando toccava a loro, l’uscita per sgambare... Solo che Lucky è rimasto vivo, lì, a sperare. E deve farlo anche per Luffy, adesso. E i volontari dell’associazione L’Impronta, che organizzano spesso passeggiate in città, per far conoscere gli amici del canile comunale, l’hanno scelto per l’ultima loro camminata in centro. Lucky ha indossato tutto orgoglioso la bandana blu, quella con scritto sopra “cerco casa”, e s’è gustato una giornata immensa di libertà. In auto, è stato bravissimo. Con Pier, Paola, Martina e Marilena, ha trotterellato intorno al gazebo dell’associazione, e tanti si sono fermati, a chiedere qualcosa su di lui. Finita la festa, Lucky è tornato in gabbia, con una tempesta di emozioni nel cuore: profumi, immagini, sensazioni di libertà. E lì, adesso, continua ad aspettare il suo miracolo.


Phibi e Tony cercano casa e sono protagonisti di quest'articolo uscito su Il Secolo XIX.
 
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La sua casa, ce l’aveva. E aveva qualcuno che l’amava, o forse, chissà, non abbastanza. Dev'essere successo qualcosa, se una mattina la sua vita è cambiata. Il cancello del canile si è spalancato sui suoi grandi occhi chiari. «Aspetta qui...». Solo che lei, la piccola Phibi, non è mai più uscita. Eppure, dolcissima e gentile, non ha mai perso la speranza, e nemmeno l’amore, infinito, nei confronti del mondo. Il musetto, sembra disegnato: una striscia bianca, macchiettata di nocciola, e il resto del muso color castagna. Petto bianco, orecchie morbide, pronte a “volare”, quando corre. Phiby è bella. E divideva la gabbia con un vecchio amico, molto anziano. Qualcuno, con grande generosità, l’ha voluto adottare, perché non concludesse i suoi giorni in canile. Così Phiby l’ha salutato. Ed è rimasta sola. Sola come Tony, con i suoi occhi diversi: uno azzurro e l’altro bruno. Il manto chiaro, le orecchie appena velate d’una tinta arancione. Aspettano, Phiby e Tony. Come aspettano Ralph, e Bob, e Tsunami, Whisky, Thelma, Shakira. E tutti gli altri. Il tempo, però, passa. E i volontari dell’associazione Impronta, sperano che qualcuno si innamori di loro, e li porti a casa; anche se svuotare il canile sembra come svuotare l’oceano. Più cani escono più ne arrivano. Purtroppo. E qualcuno, vola sul ponte, prima che la fortuna bussi alla sua porta.

Phibi e Tony cercano casa e sono protagonisti di quest'articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

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La sua casa, ce l’aveva. E aveva qualcuno che l’amava, o forse, chissà, non abbastanza. Dev'essere successo qualcosa, se una mattina la sua vita è cambiata. Il cancello del canile si è spalancato sui suoi grandi occhi chiari. «Aspetta qui...». Solo che lei, la piccola Phibi, non è mai più uscita. Eppure, dolcissima e gentile, non ha mai perso la speranza, e nemmeno l’amore, infinito, nei confronti del mondo. Il musetto, sembra disegnato: una striscia bianca, macchiettata di nocciola, e il resto del muso color castagna. Petto bianco, orecchie morbide, pronte a “volare”, quando corre. Phiby è bella. E divideva la gabbia con un vecchio amico, molto anziano. Qualcuno, con grande generosità, l’ha voluto adottare, perché non concludesse i suoi giorni in canile. Così Phiby l’ha salutato. Ed è rimasta sola. Sola come Tony, con i suoi occhi diversi: uno azzurro e l’altro bruno. Il manto chiaro, le orecchie appena velate d’una tinta arancione. Aspettano, Phiby e Tony. Come aspettano Ralph, e Bob, e Tsunami, Whisky, Thelma, Shakira. E tutti gli altri. Il tempo, però, passa. E i volontari dell’associazione Impronta, sperano che qualcuno si innamori di loro, e li porti a casa; anche se svuotare il canile sembra come svuotare l’oceano. Più cani escono più ne arrivano. Purtroppo. E qualcuno, vola sul ponte, prima che la fortuna bussi alla sua porta.


NERO E TOBIA SUL SECOLO XIX!!!!Nero e Tobia raccontati dalla giornalista Sondra Coggio  su Il Secolo XIX.
 Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Passarella per Nero e Tobia. A portarli in città, in questi giorni, nel tentativo di farli adottare, sono i ragazzi dell'associazione

NERO E TOBIA SUL SECOLO XIX!!!!

Nero e Tobia raccontati dalla giornalista Sondra Coggio  su Il Secolo XIX.

 

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Passarella per Nero e Tobia. A portarli in città, in questi giorni, nel tentativo di farli adottare, sono i ragazzi dell'associazione "L'Impronta", che raccogli la quasi totalità di chi presta opera gratuita a servizio del canile del Comune della Spezia.
"Attraverso queste uscite-sottolinea Pierandrea Fosella, uno dei fondatori- siamo riusciti a far adottare tanti cani che nessuno aveva mai notato: i meno giovani, quelli disabili. Il risultato è stato grande , anche se dispiace dover ammettere che il canile ritorna ogni volta a riempirsi , non appena qualche cane esce". Per i cani anziani, quelli che hanno già passato tanta vita in cella, le uscite sono importanti.
"Riprendono vita" spiega l'associazione retta da Elisabetta Spinozzi. I volontari, sono quelli del banchetto di Piazza Beverini. Quelli che il sabato e la domenica preferiscono sacrificare il tempo libero, per far conoscere i cani della struttura di San Venerio.
"Male che vada, prendono mille carezze- raccontano- e rientrano con il cuore pieno di gioia: cercano di farsi bastare quel calore, per tutti gli altri giorni".
I volontari dell'Impronta sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell'associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826.
La struttura si può visitare , contattando i volontari.


La bellissima storia a lieto fine del nostro Scimitarra detto Scimy raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Secolo XIX.Stefania, Roberto ed Alessia adottandolo hanno cambiato il suo destino e gli hanno aperto le porte della libertà e della felicità.Non troveremo mai le parole adatte per ringraziarli abbastanza.ADOTTARE UN CANE ANZIANO RENDE PERSONE MIGLIORI.
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Gli occhi sono già tornati vivi. Lo sguardo è diverso, è ritornato a mangiare con appetito, s’è fatto più paffuto. Tutto perché adesso Scimitarra è felice. Nome difficile, il suo. I volontari dell’associazione L’Impronta, lo chiamavano solo “Scimi”, al canile comunale. «Una famiglia meravigliosa l’ha adottato – raccontano – e questo ripaga ogni fatica e ogni lacrima». Stefania, il marito Roberto, la figlia Alessia, hanno scelto proprio lui: un cane non più giovane, silenzioso. «L’abbiamo voluto, perché lui fa parte degli invisibili – racconta Stefania – e quando gli passi accanto, si fa notare poco, non sa nemmeno dare i baci. L’abbiamo visto allo stand dei volontari, al Vegan Fest. Era lì, con un cartello al collo: cerco adozione. Noi abbiamo già un cane, ma quei suoi occhi ci hanno colpito». Si erano ostinati, Pierandrea Fosella, e i ragazzi dell’Impronta, a portarlo fuori: perché non lo notava nessuno. «E hanno fatto benissimo – si commuove Stefania – perché ce ne siamo innamorati. Il nostro altro cane, Tato, l’ha adottato, come un fratello. Ogni giorno ci regala emozioni, siamo lusingati per il suo amore, straordinario». Scimi lo sa. Sa che è stato un miracolo. Ed è così felice, da non stare più nella pelle. Ieri, Stefania l’ha portato in spiaggia: «La sua felicità era commovente: correva, scodinzolava. Un cane anziano è un grande dono: posso assicurare che adottare è sempre un gesto che ripaga. Si ricevere ancora più affetto di quanto se ne dà». Un'adozione è davvero una cosa bella: specie se di un cane anziano, che si riesce a strappare ad una fine solitaria. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18, il sabato anche la mattina dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni, le due referenti dell’Impronta sono Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.

La bellissima storia a lieto fine del nostro Scimitarra detto Scimy raccontata dalla giornalista Sondra Coggio sul Secolo XIX.
Stefania, Roberto ed Alessia adottandolo hanno cambiato il suo destino e gli hanno aperto le porte della libertà e della felicità.
Non troveremo mai le parole adatte per ringraziarli abbastanza.

ADOTTARE UN CANE ANZIANO RENDE PERSONE MIGLIORI.



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Gli occhi sono già tornati vivi. Lo sguardo è diverso, è ritornato a mangiare con appetito, s’è fatto più paffuto. Tutto perché adesso Scimitarra è felice. Nome difficile, il suo. I volontari dell’associazione L’Impronta, lo chiamavano solo “Scimi”, al canile comunale. «Una famiglia meravigliosa l’ha adottato – raccontano – e questo ripaga ogni fatica e ogni lacrima». Stefania, il marito Roberto, la figlia Alessia, hanno scelto proprio lui: un cane non più giovane, silenzioso. «L’abbiamo voluto, perché lui fa parte degli invisibili – racconta Stefania – e quando gli passi accanto, si fa notare poco, non sa nemmeno dare i baci. L’abbiamo visto allo stand dei volontari, al Vegan Fest. Era lì, con un cartello al collo: cerco adozione. Noi abbiamo già un cane, ma quei suoi occhi ci hanno colpito». Si erano ostinati, Pierandrea Fosella, e i ragazzi dell’Impronta, a portarlo fuori: perché non lo notava nessuno. «E hanno fatto benissimo – si commuove Stefania – perché ce ne siamo innamorati. Il nostro altro cane, Tato, l’ha adottato, come un fratello. Ogni giorno ci regala emozioni, siamo lusingati per il suo amore, straordinario». Scimi lo sa. Sa che è stato un miracolo. Ed è così felice, da non stare più nella pelle. Ieri, Stefania l’ha portato in spiaggia: «La sua felicità era commovente: correva, scodinzolava. Un cane anziano è un grande dono: posso assicurare che adottare è sempre un gesto che ripaga. Si ricevere ancora più affetto di quanto se ne dà». Un'adozione è davvero una cosa bella: specie se di un cane anziano, che si riesce a strappare ad una fine solitaria. I volontari dell’associazione L’Impronta sono presenti il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18, il sabato anche la mattina dalle 10 alle 12. Per informazioni sulle adozioni, le due referenti dell’Impronta sono Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.


Articolo di Sondra Coggio, sul Secolo XIX.Parla di Pongo, di Nero e di Moretta che ha vissuto in canile fino a che la morte non l'ha raggiunta.Nessun riscatto per lei, nessuna vita, mai nessuna opportunità.Per non dimenticare Moretta,e per dare una possibilità a tutti gli invisibili che vivono nei nostri canili.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
«LUI no, grazie. Bello, sì. Affettuoso, sì. Ma è troppo grande». Pongo è così. Un gigante buono e non è più giovane. Il tempo passa, in canile. Sembra lento, ma invece scorre, inesorabile. E ogni porta che si chiude, è un colpo al cuore: una speranza che si infrange. E pur essendo tanto dolce, Pongo, non trova adozione. E i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che salgono in canile tutti i giorni, lo adorano: perché è vero, non è piccino, ma è Pongo. E ancora spera, dopo tanto tempo, che qualcuno lo porti a casa con sé. Prima che sia troppo tardi. A volte, la chiamata non arriva. Non ce l’ha fatta, Moretta, a trovare una casa. Anno dopo anno, ha visto uscire i tanti compagni di prigionia. Lei, no. Lei rimaneva lì. Perché i cani neri, meticci, sono “invisibili”. E diventano vecchi. E quando imbiancano, nella barba e negli occhietti, diventano ancora più “invisibili”. Moretta aveva intuito. Aveva capito che no, per lei non ci sarebbe stato un miracolo. E s’era ripiegata, in sé. Adorava solo Nero, l’amico di sempre. Nero, un altro “invisibile”: rimasto, ora, completamente solo. Perché Moretta non c’è più. Forse, lassù, sarà la nuova stella del suo Nero. E forse, chissà, potrà aiutarlo a far innamorare qualcuno, che non guardi all’età, e porti a casa almeno lui: «Perché viva – sussurrano i volontari – anche per lei: la nostra Moretta, tanto sfortunata». Per sapere qualcosa di più su Pongo, e su Nero, e sui tanti cani che sperano in un’adozione, le referenti dell’associazione L’Impronta sono Elisabetta, 338 2635117 e Losa, 320 1458159. I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. La struttura comunale accoglie un centinaio di cani. Si può visitare, contattando i volontari.

Articolo di Sondra Coggio, sul Secolo XIX.
Parla di Pongo, di Nero e di Moretta che ha vissuto in canile fino a che la morte non l'ha raggiunta.
Nessun riscatto per lei, nessuna vita, mai nessuna opportunità.
Per non dimenticare Moretta,
e per dare una possibilità a tutti gli invisibili che vivono nei nostri canili.

 

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«LUI no, grazie. Bello, sì. Affettuoso, sì. Ma è troppo grande». Pongo è così. Un gigante buono e non è più giovane. Il tempo passa, in canile. Sembra lento, ma invece scorre, inesorabile. E ogni porta che si chiude, è un colpo al cuore: una speranza che si infrange. E pur essendo tanto dolce, Pongo, non trova adozione. E i volontari dell’associazione “L’Impronta”, che salgono in canile tutti i giorni, lo adorano: perché è vero, non è piccino, ma è Pongo. E ancora spera, dopo tanto tempo, che qualcuno lo porti a casa con sé. Prima che sia troppo tardi. A volte, la chiamata non arriva. Non ce l’ha fatta, Moretta, a trovare una casa. Anno dopo anno, ha visto uscire i tanti compagni di prigionia. Lei, no. Lei rimaneva lì. Perché i cani neri, meticci, sono “invisibili”. E diventano vecchi. E quando imbiancano, nella barba e negli occhietti, diventano ancora più “invisibili”. Moretta aveva intuito. Aveva capito che no, per lei non ci sarebbe stato un miracolo. E s’era ripiegata, in sé. Adorava solo Nero, l’amico di sempre. Nero, un altro “invisibile”: rimasto, ora, completamente solo. Perché Moretta non c’è più. Forse, lassù, sarà la nuova stella del suo Nero. E forse, chissà, potrà aiutarlo a far innamorare qualcuno, che non guardi all’età, e porti a casa almeno lui: «Perché viva – sussurrano i volontari – anche per lei: la nostra Moretta, tanto sfortunata». Per sapere qualcosa di più su Pongo, e su Nero, e sui tanti cani che sperano in un’adozione, le referenti dell’associazione L’Impronta sono Elisabetta, 338 2635117 e Losa, 320 1458159. I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. La struttura comunale accoglie un centinaio di cani. Si può visitare, contattando i volontari.


BOBBY ED ALASKA SUL SECOLO XIX!!La storia di Bobby ed Alaska raccontata dalla giornalista Sondra Coggio.
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Lui è Bobino, un cane vecchietto, finito in canile, ormai un anno fa. Lei è Alaska, una gatta bianca, che ha perduto un orecchio. Cercano due adozioni del cuore: ed i volontari dell’associazione L’Impronta, che opera presso il canile del Comune della Spezia, sperano in un miracolo. Ci sono cani più giovani: sono i più facili da adottare. Il cane adulto fa fatica, a trovare una famiglia: se poi è anziano, serve una famiglia dal cuore d’oro. «Boby aveva un pelo curato, inevitabilmente stando in gabbia s’è arruffato – raccontano – ha sofferto quando è stato lasciato qui, ha sofferto anche quando la sua compagna di prigionia, Amanda, è stata portata in un altro canile spezzino. La taglia è medio piccola, Bobino è diventato sempre più timoroso, e silenzioso, da quando è completamente solo: ma gli basta una carezza, e ritorna ad illuminarsi di gioia». Alaska è bianca come la neve. Viveva all’aperto, s’è ammalata. Le hanno dovuto amputare un orecchio. Dolce, morbida, come tutti i gatti ha bisogno di un minimo di pazienza, per concedere la sua fiducia: «Appena si scioglie – raccontano inteneriti i volontari – è tutta “testatine e fusa”: adora farsi accarezzare». I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale, affidata in gestione ad Animalcoop, accoglie al momento un centinaio di cani ed una decina di gatti che cercano adozione. Si può visitare, contattando direttamente i volontari.

BOBBY ED ALASKA SUL SECOLO XIX!!

La storia di Bobby ed Alaska raccontata dalla giornalista Sondra Coggio.



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Lui è Bobino, un cane vecchietto, finito in canile, ormai un anno fa. Lei è Alaska, una gatta bianca, che ha perduto un orecchio. Cercano due adozioni del cuore: ed i volontari dell’associazione L’Impronta, che opera presso il canile del Comune della Spezia, sperano in un miracolo. Ci sono cani più giovani: sono i più facili da adottare. Il cane adulto fa fatica, a trovare una famiglia: se poi è anziano, serve una famiglia dal cuore d’oro. «Boby aveva un pelo curato, inevitabilmente stando in gabbia s’è arruffato – raccontano – ha sofferto quando è stato lasciato qui, ha sofferto anche quando la sua compagna di prigionia, Amanda, è stata portata in un altro canile spezzino. La taglia è medio piccola, Bobino è diventato sempre più timoroso, e silenzioso, da quando è completamente solo: ma gli basta una carezza, e ritorna ad illuminarsi di gioia». Alaska è bianca come la neve. Viveva all’aperto, s’è ammalata. Le hanno dovuto amputare un orecchio. Dolce, morbida, come tutti i gatti ha bisogno di un minimo di pazienza, per concedere la sua fiducia: «Appena si scioglie – raccontano inteneriti i volontari – è tutta “testatine e fusa”: adora farsi accarezzare». I volontari sono presenti in canile il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18: il sabato ci sono anche la mattina dalle 10 alle 12. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Le referenti per le adozioni dei gatti, sono Chiara 347 7172458 e Paola 338 3871826. La struttura comunale, affidata in gestione ad Animalcoop, accoglie al momento un centinaio di cani ed una decina di gatti che cercano adozione. Si può visitare, contattando direttamente i volontari.