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  IL GABBIANO BYRON
IL GABBIANO BYRON
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In questo poetico e struggente articolo di Sondra Coggio è racchiuso un pezzo di umanità. Quella crudele e cattiva di chi per un sadico gioco prova ad ammazzare un animale bellissimo e quella buona e compassionevole di chi fa di tutto per salvarlo. Il nome del cattivo non lo sappiamo, ma sappiamo i nomi dei buoni e ve li sveliamo : Il veterinario Carlo Andreoni, la volontaria Perla Lucchini e la ragazza Roby Cosno che ha salvato Byron dal suo triste destino.


Per una volta non abbiate fretta, prendetevi 5 minuti della vostra vita e leggete questa splendida storia a lieto fine che riportiamo integralmente qui sotto:



Lord George Gordon Noel Byron, che tanto amava il golfo, sarebbe senz’altro orgoglioso di lui. Perché c’è molto romanticismo , nella storia del gabbiano di Portovenere che ha sfidato la crudeltà dell’uomo, ed è riuscito a sopravvivere per mesi, dopo essere stato colpito da chi gli ha sparato, senza una ragione.
L’hanno chiamato Byron, il gabbiano preso a fucilate a Portovenere . Byron, perché, quando ha perduto l’uso dell’ala, e non è riuscito a volare, si è rifugiato nella grotta che porta il nome del grande poeta romantico, vissuto fra il 1788 ed il 1824. Quella grotta è diventata il rifugio del gabbiano ferito, costretto a rinunciare al suo cielo, quando qualcuno, chissà perché, ha imbracciato il fucile, e l’ha colpito, con una sventagliata di “pallini”.
Non si può confondere il gabbiano con la preda: la sagoma , le ali, il profilo, sono inconfondibili. Non è peraltro nemmeno tempo di caccia. Deve essersi trattato di un capriccio, di un crudele tiro al bersaglio. Una violenza gratuita, inutile. Precipitato giù, Byron-il gabbiano-non s’è lasciato morire. Si è procurato un po’ di cibo, chissà come, ed è sopravvissuto. E deve la sua vita, il lieto fine di questa storia, all’affettuosa premura di una giovane donna, che l’ha notato, ed ha deciso di aiutarlo. Byron il gabbiano, era sempre solo, triste in un cantuccio. Lei gli ha portato del cibo.
Giorno dopo giorno. In principio, pensava fosse una creatura solitaria. Poi si è accorta della ferita. Byron è stato così raccolto, e portato dal veterinario Carlo Andreoni che l’ha operato: “Le lastre confermano che gli hanno sparato che è stato colpito-testimonia il medico –probabilmente da un fucile calibro 12, utilizzato per la caccia ai volatili. Aveva tanti pallini, in corpo, e ancora ne ha. Ne abbiamo rimossi il più possibile , ma qualcuno resterà per sempre nel suo corpo. Il problema più grave , era la frattura , all’ala. Deve essere caduto, dopo la fucilata: c’erano schegge da rimuovere, una situazione molto seria, attorno alla ferita, da ripulire e risistemare”.
Byron è stato operato, e fasciato, e dovrà affrontare la riabilitazione. A dispetto di chi ha tentato di ucciderlo, riuscirà a salvarsi, e potrà tornare a librarsi nel suo cielo. Una storia d’amore, quello per la vita, capace di abbattere perfino la violenza di una fucilata. Quell’amore al quale Lord Byron attribuiva il primato di poter volare, qualcosa che neppure l’amicizia-alla quale pure teneva moltissimo-possiede: perché “l’amicizia è come l’amore, ma non ha le sue ali”. Le ali che Byron il gabbiano potrà finalmente riavere, per riconquistare la sua libertà.