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  GATTI FANTASMA NEL CANILE? SCATTA L'INDAGINE DELLA FINANZA.
GATTI FANTASMA NEL CANILE? SCATTA L'INDAGINE DELLA FINANZA.
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Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

ANTICHI miti, ma anche moderne ricerche scientifiche, attribuiscono ai gatti poteri “magici”, di guarigione e di trasformazione. Un inchiesta spezzina, si sta occupando di qualcosa di simile, ma sotto un profilo molto diverso. Una storia di gatti che risultano esistere, sulla carta: ma, di fatto, non ci sono.
Il Comune della Spezia non ha un gattile, ma solo poche gabbiette per gatti, sistemate in un paio di stanze: ricavate nei locali di servizio del canile pubblico, a San Venerio. Tuttavia, nelle fatture mensili, liquidate al gestore della struttura, viene indicata la “presenza” di decine e decine di gatti. C’è scritto, materialmente, “gatti presenti in canile”. Una media tra i 50 e i 60 esemplari felini. E la guardia di finanza, adesso, ha deciso di passare ai raggi “X” tutta la documentazione contabile. Non è dato sapere se si tratti di un nuovo filone dell’indagine- articolata- avviata dalla Procura della Repubblica già alla fine dello scorso anno. Certo è che i riflettori dell’autorità giudiziaria sono puntati da mesi, sulla struttura di via del Monte.
Ci sono state interrogazioni in Regione relativamente alla ricomparsa del fenomeno delle cucciolate, trovate improvvisamente in strada, e di virus che parevano sconfitti sul territorio, come la parvovirosi, inaspettatamente riapparsa. C’è stata anche un impennata del numero di cani rinvenuti senza microchip: impossibili da tracciare. Dopo di che, è stata accertata la presenza di cani siciliani, all’interno della struttura comunale: cani “non noti all’anagrafe canina, come ha confermato dalla stessa sanità animale della ASL 5, che ha messo nero su bianco di aver attivato “provvedimenti”, ed “un controllo visivo su tutti i cani, con relativa identificazione”. In sostanza, è emerso il sospetto che Spezia sia finito nel giro dei traffici di cani, che qualcuno movimenta dal sud, facendolo riapparire altrove. Ipotesi preoccupanti, al centro anche di una recente interrogazione parlamentare.
Legambiente nazionale, in questo contesto, ha dato mandato all’avvocato Valentina Antonini di seguire la questione e di verificare, attraverso la sua attività professionale, la fondatezza dei dubbi. Punti fermi, fin qui, ne sono stati tracciati: fra i cani spezzini, in canile, sono spuntati veramente cani di altre regioni.
Come siano arrivati, chi li abbia inseriti, e perché non risultassero sui registri, dovrà stabilirlo l’autorità giudiziaria. A fronte della presenza dei cani “clandestini”, fisicamente presenti ma mai registrati, è spuntato ora il caso dei “gatti fantasma”: che nessuno ha mai visto.
Materialmente, non esistono proprio le condizioni per ospitare una sessantina di gatti, in canile, ma nelle fatture si parla di gatti presenti nella struttura, con tanto di nulla osta di verifica, mese dopo mese, da parte del comune. La struttura è pubblica, affidata in gestione ad Animalcoop, attraverso bando: le fatture, prima di essere saldate, vengono vistate di dirigenti e di funzionari.
Dove siano i sessanta gatti, non si sa. Ne si può ipotizzare che esista una qualche famiglia di felini randagi nel bosco. Alla sanità veterinaria non risulta esistere alcuna colonia felina. Peraltro, nel caso, andrebbe censita, con opportune sterilizzazioni: e sostenuta con fondi mirati. Un altro nodo, in una matassa già ingarbugliata.