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  LA STORIA DI PHOENIX
LA STORIA DI PHOENIX
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La storia a lieto di Phoenix,  che non soltanto si è salvato ma ha trovato anche  una splendida adozione.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Forse ce la farà: ma non sarà di certo grazie al proprietario, rimasto sconosciuto. Nessuno s’è fatto avanti, per riprendere il giovane setter travolto da un automobilista che l’ha investito e non si è nemmeno fermato. Sono stati dei volontari, a soccorrerlo. Ed è ora l’istituzione pubblica, a farsi carico di tutte le spese, per salvarlo. La buona notizia è che il piccolo è stato operato, e sta combattendo. Tutto il resto, è il solito mesto copione di abbandono, indifferenza, crudeltà. La legge impone di inserire un microchip, per individuare il proprietario di ogni cane: qualcuno che lo curi, e che gli voglia bene. Purtroppo non si può imporre a nessuno, di avere dei sentimenti. EIl giovane setter, era probabilmente recluso in una di quelle baracche in mezzo al nulla, in cui spesso vivono i cani da caccia: portati fuori solo quando serve. Ci sono senz’altro cacciatori che amano il proprio cane. Altri no: se ne servono, e basta. Li tengono in gabbie e baracche: senza dar loro neanche un nome. Il cane era debole, quando l’hanno travolto. Era affetto da una gravissima anemia: le pulci “se lo stavano mangiando vivo”. Forse è scappato, per cercare di sopravvivere. Forse è stato gettato via, perché non sapeva cacciare. Solo che, nella fuga, è stato travolto da un’auto: un’Audi nera, condotta da qualcuno che non si è neanche fermato. I testimoni raccontano che la persona alla guida “non ha neanche rallentato”. Dopo un padrone crudele, il setterino ha incrociato un altro essere umano senza sentimenti. Grazie a chi ha visto, a chi s’è sentito in dovere di fermarsi, e l’ha raccolto, ora sta combattendo per la vita. L’investimento è avvenuto nel territorio di Sarzana: lo sfortunato esemplare, è appoggiato al canile comunale della Spezia. Il piccolo è stato operato, testimonia la direzione del canile, e sta benino. Trauma cranico, fratture, terrore. Dovrà tirar fuori tutta la sua forza, per riprendersi. Per fortuna, ci sono già delle richieste di adozione. Se riuscirà a rialzarsi, avrà finalmente una famiglia, e qualcuno capace di amarlo davvero, e non di usarlo, soltanto, come un oggetto. Sulla pagina del canile del Comune, c’è un appello a portare “traversine o lenzuola usate, utili per la sua degenza”. Vi racconteremo – scrive il canile – come un campione tornerà a rinascere. E chissà che non si riesca anche a dare un nome a chi l’ha abbandonato a sé stesso, senza curarlo prima, e senza farsi avanti poi: la legge prevede, per chi si comporta così male, una condanna penale. E chissà che non si riesca anche a trovare dove teneva il povero setter: dove, forse, stanno rinchiusi altri cani da caccia, infestati di pulci, come lui. Cani che non hanno trovato la forza di fuggire via.