space
Adozioni
Abbiamo raggiunto 323 adozioni!
Grazie a tutti quelli che lo hanno reso possibile
Seguici sui social

 

Anche quest'anno potete decidere di aiutare la nostra piccola associazione destinandoci il 5x1000 della vostra dichiarazione dei redditi specificando il nostro codice fiscale 91089910110. 

Un grande gesto d'amore verso gli animali più sfortunati della nostra città raccontato in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:«Mattia amava gli animali, come me. Soprattutto i gatti. Durante la malattia, prima che ci lasciasse a soli 34 anni, avevamo adottato per lui due gattini, al canile comunale. Sapevamo che non c’era più tempo, purtroppo. È stato un ultimo dono. E ora che lui non c’è più, ho pensato che gli avrebbe fatto piacere, fare qualcosa per i gatti del canile. Un modo per ricordarlo». Nulla si può fare, per cancellare il dolore di un’assenza. Anna, mamma di Mattia, mancato tre mesi fa, gli è stata accanto ogni giorno. E proprio grazie all’affetto e alla forza d’animo, oltre naturalmente alle cure, il giovane stimato spedizioniere è riuscito a restare in vita un anno in più, rispetto alla diagnosi. Troppo poco, purtroppo. La sua presenza è ancora viva, forte. Il suo sorriso è rimasto nel cuore. E proprio per questa ragione, la madre ha pensato ai gattini di San Venerio, quelli più piccoli e fragili, chiusi in una stanza molto calda. Grazie a Mattia, è stato inserito un condizionatore, che consente ai gatti – e ai volontari - di respirare. «Sono contenta – spiega – perché ho fatto anch’io volontariato. Gli animali sono creature meravigliose. Il mio cane e il mio gatto mi sono sempre accanto. Sanno dare un affetto infinito». I volontari dell’Impronta sono commossi: «L’afa si fa sentire, stavamo cercando una soluzione, non facile. L’aiuto ci è arrivato da un angelo in cielo. Mattia ha ispirato Anna, perché ci aiutasse a dare conforto ai nostri gatti. Con un soffio leggero ma chiaro, come solo certe anime possono inviare, ha espresso il suo desiderio. E mamma Anna l’ha ascoltato. Un gesto d’amore nato da un dolore infinito». I gattini hanno ricominciato a giocare. È un'altra vita. E ne approfitta anche qualche cagnolino più anziano, ora beatamente steso al fresco. Grandi miglioramenti, passo dopo passo, grazie all'impegno dei volontari e a chi dona. Per visite e adozioni, il canile apre la mattina dalle 10.30 alle 12.30 ma il pomeriggio dalle 16 alle 19 ci sono anche i volontari che hanno più tempo. Per informazioni sui gattini da adottare, come Perla, in braccio ad Angelika e Alessandro, contattare le volontarie Paola 338 3871826 o Barbara 348 9761165. Per informazioni sui cani, contattare Elisabetta 338 2635117 o Losa 3201458159.

Un grande gesto d'amore verso gli animali più sfortunati della nostra città raccontato in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

«Mattia amava gli animali, come me. Soprattutto i gatti. Durante la malattia, prima che ci lasciasse a soli 34 anni, avevamo adottato per lui due gattini, al canile comunale. Sapevamo che non c’era più tempo, purtroppo. È stato un ultimo dono. E ora che lui non c’è più, ho pensato che gli avrebbe fatto piacere, fare qualcosa per i gatti del canile. Un modo per ricordarlo». Nulla si può fare, per cancellare il dolore di un’assenza. Anna, mamma di Mattia, mancato tre mesi fa, gli è stata accanto ogni giorno. E proprio grazie all’affetto e alla forza d’animo, oltre naturalmente alle cure, il giovane stimato spedizioniere è riuscito a restare in vita un anno in più, rispetto alla diagnosi. Troppo poco, purtroppo. La sua presenza è ancora viva, forte. Il suo sorriso è rimasto nel cuore. E proprio per questa ragione, la madre ha pensato ai gattini di San Venerio, quelli più piccoli e fragili, chiusi in una stanza molto calda. Grazie a Mattia, è stato inserito un condizionatore, che consente ai gatti – e ai volontari - di respirare. «Sono contenta – spiega – perché ho fatto anch’io volontariato. Gli animali sono creature meravigliose. Il mio cane e il mio gatto mi sono sempre accanto. Sanno dare un affetto infinito». I volontari dell’Impronta sono commossi: «L’afa si fa sentire, stavamo cercando una soluzione, non facile. L’aiuto ci è arrivato da un angelo in cielo. Mattia ha ispirato Anna, perché ci aiutasse a dare conforto ai nostri gatti. Con un soffio leggero ma chiaro, come solo certe anime possono inviare, ha espresso il suo desiderio. E mamma Anna l’ha ascoltato. Un gesto d’amore nato da un dolore infinito». I gattini hanno ricominciato a giocare. È un'altra vita. E ne approfitta anche qualche cagnolino più anziano, ora beatamente steso al fresco. Grandi miglioramenti, passo dopo passo, grazie all'impegno dei volontari e a chi dona. Per visite e adozioni, il canile apre la mattina dalle 10.30 alle 12.30 ma il pomeriggio dalle 16 alle 19 ci sono anche i volontari che hanno più tempo. Per informazioni sui gattini da adottare, come Perla, in braccio ad Angelika e Alessandro, contattare le volontarie Paola 338 3871826 o Barbara 348 9761165. Per informazioni sui cani, contattare Elisabetta 338 2635117 o Losa 3201458159.


In questo toccante articolo la storia della nostra piccola Diddiri!!!
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
Difficilmente postiamo immagini di sofferenza ma ogni tanto è bene ricordare che il male intorno agli animali non è ancora sconfitto, neppure nella nostra ridente cittadina.Si, esattamente, questa cagnolina, trovata in queste condizioni, proviene dalla nostra bella provincia spezzina.Nessuno può sapere con certezza se nelle mani del recupero animali è stata messa da un ignaro passante o direttamente dal/dalla sua carnefice.Daisy è la prova vivente di una casistica purtroppo ben radicata in tutto il paese: tutti ci sentiamo in diritto di detenere animali anche quando non abbiamo le competenze, la sensibilità e la capacità economica di garantire il loro benessere minimo. Ancor più assurdo e non così raro, deteniamo animali in queste condizioni dopo averli

In questo toccante articolo la storia della nostra piccola Diddiri!!!

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Difficilmente postiamo immagini di sofferenza ma ogni tanto è bene ricordare che il male intorno agli animali non è ancora sconfitto, neppure nella nostra ridente cittadina.
Si, esattamente, questa cagnolina, trovata in queste condizioni, proviene dalla nostra bella provincia spezzina.
Nessuno può sapere con certezza se nelle mani del recupero animali è stata messa da un ignaro passante o direttamente dal/dalla sua carnefice.
Daisy è la prova vivente di una casistica purtroppo ben radicata in tutto il paese: tutti ci sentiamo in diritto di detenere animali anche quando non abbiamo le competenze, la sensibilità e la capacità economica di garantire il loro benessere minimo. Ancor più assurdo e non così raro, deteniamo animali in queste condizioni dopo averli "salvati", a nostro personale parere, da situazioni ambigue o magari dal Sud Italia. A volte basterebbe avere la dignità di chiedere aiuto prima di ridurre un cane in queste condizioni.
Daisy pesa poco più di due chili ed il suo corpicino è stato fatto martoriare fino ai livelli che vedete nella prima foto.
Quando è arrivata non sapevamo neppure se sarebbe sopravvissuta ma ce l'abbiamo messa tutta. Ci abbiamo creduto fino in fondo, noi con le nostre pappe buone e le nostre continue coccole (nonostante il sangue e le croste di cui ci coprivamo) ed il nostro Direttore Sanitario con le indagini e le cure mirate.
Daisy ogni giorno si fa più bella, tiene testa a tutti i cani ben più grandi di lei, abbaia e sgrida tutti, con noi è una ruffiana da guinness ed è diventata la nostra mascotte, nonché la più grande gnocca che possiate incontrare in canile.
Le cure non sono ancora finite ma per lei siamo già tutti in fila perché è il trionfo dell'amore, la bisbetica appiccicosa e tascabile dei nostri cuori.
Amore sei bellissima!!!

P.S. Nessuno ci obbliga a prendere cani o gatti. Se non intendete farvene carico ed amarli, per l'amor di iddio, non prendetene mai!!!


Le nostre meravigliose Roberta e Morgana felicemente adottate sono protagoniste di questo bell'articolo uscito ieri su Il Secolo XIX e scritto dalla giornalista Sondra Coggio.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
Il merito di questa adozione va in primis agli splendidi adottanti che hanno saputo aspettare i tempi delle due nostre simpatiche selvaticone, venendole a trovare svariate volte in canile e aprendo il loro giardino affollato di animali per alcuni avvicinamenti sul posto con cani, gatti e maialino vietnamita.
È con grande gioia che possiamo ufficializzare questa super adozione: Roberta e Morgana finalmente a casa...e che casa.Le due piccole maremmane (per modo di dire) sono riuscite a trovare una famiglia tutta loro, una famiglia speciale dove vivranno in compagnia di altri 3 cani, 2 gatti e un maialino. Ringraziamo di cuore i loro adottanti che non si sono fermati davanti alla loro timidezza iniziale ma hanno avuto la pazienza di intraprendere un percorso conoscitivo. Si perché le due biondine hanno spiccate qualità relazionali con i propri simili ma fanno sicuramente più fatica ad aprirsi con le persone. Questo non ha fermato la voglia di trovare loro una famiglia che sapesse accettarle, aspettarle ed accompagnarle nel loro percorso ed eccole qua...pronte per la loro nuova vita.

Le nostre meravigliose Roberta e Morgana felicemente adottate sono protagoniste di questo bell'articolo uscito ieri su Il Secolo XIX e scritto dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:


Il merito di questa adozione va in primis agli splendidi adottanti che hanno saputo aspettare i tempi delle due nostre simpatiche selvaticone, venendole a trovare svariate volte in canile e aprendo il loro giardino affollato di animali per alcuni avvicinamenti sul posto con cani, gatti e maialino vietnamita.

È con grande gioia che possiamo ufficializzare questa super adozione: Roberta e Morgana finalmente a casa...e che casa.
Le due piccole maremmane (per modo di dire) sono riuscite a trovare una famiglia tutta loro, una famiglia speciale dove vivranno in compagnia di altri 3 cani, 2 gatti e un maialino. Ringraziamo di cuore i loro adottanti che non si sono fermati davanti alla loro timidezza iniziale ma hanno avuto la pazienza di intraprendere un percorso conoscitivo. Si perché le due biondine hanno spiccate qualità relazionali con i propri simili ma fanno sicuramente più fatica ad aprirsi con le persone. Questo non ha fermato la voglia di trovare loro una famiglia che sapesse accettarle, aspettarle ed accompagnarle nel loro percorso ed eccole qua...pronte per la loro nuova vita.


Struggente e romantico articolo dedicato alla sula Nelson uscito su Il Secolo XIX e scritto dalla giornalista Sondra Coggio.
 
Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
 
«Se tu venissi in autunno, io scaccerei l’estate. Se fra un anno potessi rivederti, farei dei mesi altrettanti gomitoli. Fosse l’attesa solo di secoli, li conterei sulla mano».

Ci sono amori senza fine, come nella poesia di Emily Dickinson. E non sempre sono “umani”. Anzi. C’è qualcuno che aspetta a Porto Venere, il ritorno del suo grande amore, la sua compagna. E non sa che lei non verrà, quest’anno. Non tornerà più perché è mancata. Lui è Nelson, un bellissimo esemplare di sula. Sta lì e attende Roz. E ha preparato il nido per lei, sulla solita barca, come in passato. L’ha fatto con gli scarti “umani”, una montagnola di pezzi di plastica. Perché gli «umani» li tagliano, gli alberi, e trovare un rametto è diventata un’impresa. Un nido ruvido, sì, ma tenero d’affetto. Sta lì e aspetta, Nelson. Invano. Scruta l’orizzonte.
Cerca di scorgere la mamma dei suoi piccoli, nati uno alla volta, estate dopo estate, a Porto Venere. L’appuntamento è quello di sempre. E Nelson è un papà romantico. Il nido l’ha preparato con passione. E resta lì anche se i giorni passano. E passeranno, purtroppo, a vuoto. Solo che non lo sa. Non può. Nessun «umano» può aiutarlo, stavolta, può dirgli che la sua Roz è stata trovata senza vita lo scorso autunno.
Non possono esserci dubbi, purtroppo. Era l’esemplare A 47. Una mamma dolcissima. Con il suo Nelson aveva già covato e fatto crescere più pulcini. E avrebbe dovuto raggiungerlo, sul barchino di Porto Venere, già da giorni. Lui è arrivato puntualissimo. Maura Silvestri, una delle “zie” che da anni seguono la cova, lo va ad osservare quasi ogni giorno Nelson, il nido. Si lava, si pettina. E aspetta.
Sarà così fino all’autunno, quando dovrà costringersi a capire, ad andar via. Forse col groppo in gola. Forse disperato. «Fossi certa di ritrovarti dopo la vita, la getterei e sceglierei l’eternità». Così scriveva la Dickinson, una giovane donna dell’800, cui il padre comprava molti libri ma la pregava di non leggerli, nel timore che le «scuotessero la mente». Sensibilissima, innamorata d’un uomo che non lo seppe mai, visse praticamente sola, estraniandosi dal mondo. Eppure le sue sono straordinarie poesie d’amore.
Perfette anche per Nelson e Roz. Non «umani», no, ma perfetto simbolo del legame che può unire due anime. Per sempre.

Struggente e romantico articolo dedicato alla sula Nelson uscito su Il Secolo XIX e scritto dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

«Se tu venissi in autunno, io scaccerei l’estate. Se fra un anno potessi rivederti, farei dei mesi altrettanti gomitoli. Fosse l’attesa solo di secoli, li conterei sulla mano».

Ci sono amori senza fine, come nella poesia di Emily Dickinson. E non sempre sono “umani”. Anzi. C’è qualcuno che aspetta a Porto Venere, il ritorno del suo grande amore, la sua compagna. E non sa che lei non verrà, quest’anno. Non tornerà più perché è mancata. Lui è Nelson, un bellissimo esemplare di sula. Sta lì e attende Roz. E ha preparato il nido per lei, sulla solita barca, come in passato. L’ha fatto con gli scarti “umani”, una montagnola di pezzi di plastica. Perché gli «umani» li tagliano, gli alberi, e trovare un rametto è diventata un’impresa. Un nido ruvido, sì, ma tenero d’affetto. Sta lì e aspetta, Nelson. Invano. Scruta l’orizzonte.

Cerca di scorgere la mamma dei suoi piccoli, nati uno alla volta, estate dopo estate, a Porto Venere. L’appuntamento è quello di sempre. E Nelson è un papà romantico. Il nido l’ha preparato con passione. E resta lì anche se i giorni passano. E passeranno, purtroppo, a vuoto. Solo che non lo sa. Non può. Nessun «umano» può aiutarlo, stavolta, può dirgli che la sua Roz è stata trovata senza vita lo scorso autunno.

Non possono esserci dubbi, purtroppo. Era l’esemplare A 47. Una mamma dolcissima. Con il suo Nelson aveva già covato e fatto crescere più pulcini. E avrebbe dovuto raggiungerlo, sul barchino di Porto Venere, già da giorni. Lui è arrivato puntualissimo. Maura Silvestri, una delle “zie” che da anni seguono la cova, lo va ad osservare quasi ogni giorno Nelson, il nido. Si lava, si pettina. E aspetta.

Sarà così fino all’autunno, quando dovrà costringersi a capire, ad andar via. Forse col groppo in gola. Forse disperato. «Fossi certa di ritrovarti dopo la vita, la getterei e sceglierei l’eternità». Così scriveva la Dickinson, una giovane donna dell’800, cui il padre comprava molti libri ma la pregava di non leggerli, nel timore che le «scuotessero la mente». Sensibilissima, innamorata d’un uomo che non lo seppe mai, visse praticamente sola, estraniandosi dal mondo. Eppure le sue sono straordinarie poesie d’amore.

Perfette anche per Nelson e Roz. Non «umani», no, ma perfetto simbolo del legame che può unire due anime. Per sempre.


Articolo dedicato alla nostra gestione del Canile Municipale della Spezia uscito si Il Secolo XIX.
 
Qui sotto le nostre considerazioni:
 
Sulla stampa locale sono usciti in questi giorni i dati relativi all'andamento del Canile Municipale, accompagnati da parole di apprezzamento nei nostri confronti che ci lusingano e rendono felici. Un pochino ci imbarazzano anche perché per quanto consapevoli dell'impegno quotidiano che mettiamo, pensiamo di stare facendo solo quello che deve essere fatto, con amore, dedizione, onestà ma non abbiamo inventato nessuna formula magica. Non possiamo che ringraziare gli organi di informazione per questa attenzione ma soprattutto gli enti ed i nostri collaboratori per il lavoro di squadra, che sta portando a tutti questi risultati incoraggianti. Senza onestà e rispetto del prossimo e delle norme non si va da nessuna parte! Nell'entusiasmo generale, ci pare però doveroso puntualizzare alcuni fondamentali aspetti. Non c'è nessuna corsa alle adozioni, anzi! Adozione consapevole vuol dire che le persone interessate ad adottare un cane dovranno seguire un percorso di avvicinamento e socializzazione con il prescelto. Non c'è un tempo prestabilito e varia naturalmente a seconda della tipologia di cane e della risposta che questi ha nei confronti dei nuovi umani. Le persone devono essere consapevoli di stare scegliendo un compagno di vita e non un capriccio del momento. Questo serve a scongiurare il più possibile eventuali future rinunce dell'animale. Nessuna corsa quindi, gli animali vengono dati in adozione solo se le persone interessate intendono inserirli come membri a pieno titolo del nucleo familiare. Il motivo per cui i cani diminuiscono non è tanto dato dal numero di adozioni quindi, in linea con le medie di zona di tempi normali ma diminuisce perché viene effettuato un attento monitoraggio dei nuovi ingressi, segnalando agli enti preposti per gli approfondimenti del caso eventuali anomalie o provenienze sospette. Le immissioni degli animali nei canili devono assolutamente avvenire con le metodologie di Legge, non esiste che i canili siano il parcheggio per gli spostacani che non sanno più dove metterseli. Siano essi prestanomi per le abusate

Articolo dedicato alla nostra gestione del Canile Municipale della Spezia uscito si Il Secolo XIX.

 

Qui sotto le nostre considerazioni:

 

Sulla stampa locale sono usciti in questi giorni i dati relativi all'andamento del Canile Municipale, accompagnati da parole di apprezzamento nei nostri confronti che ci lusingano e rendono felici. Un pochino ci imbarazzano anche perché per quanto consapevoli dell'impegno quotidiano che mettiamo, pensiamo di stare facendo solo quello che deve essere fatto, con amore, dedizione, onestà ma non abbiamo inventato nessuna formula magica.
Non possiamo che ringraziare gli organi di informazione per questa attenzione ma soprattutto gli enti ed i nostri collaboratori per il lavoro di squadra, che sta portando a tutti questi risultati incoraggianti. Senza onestà e rispetto del prossimo e delle norme non si va da nessuna parte!
Nell'entusiasmo generale, ci pare però doveroso puntualizzare alcuni fondamentali aspetti.
Non c'è nessuna corsa alle adozioni, anzi! Adozione consapevole vuol dire che le persone interessate ad adottare un cane dovranno seguire un percorso di avvicinamento e socializzazione con il prescelto. Non c'è un tempo prestabilito e varia naturalmente a seconda della tipologia di cane e della risposta che questi ha nei confronti dei nuovi umani. Le persone devono essere consapevoli di stare scegliendo un compagno di vita e non un capriccio del momento. Questo serve a scongiurare il più possibile eventuali future rinunce dell'animale. Nessuna corsa quindi, gli animali vengono dati in adozione solo se le persone interessate intendono inserirli come membri a pieno titolo del nucleo familiare.
Il motivo per cui i cani diminuiscono non è tanto dato dal numero di adozioni quindi, in linea con le medie di zona di tempi normali ma diminuisce perché viene effettuato un attento monitoraggio dei nuovi ingressi, segnalando agli enti preposti per gli approfondimenti del caso eventuali anomalie o provenienze sospette. Le immissioni degli animali nei canili devono assolutamente avvenire con le metodologie di Legge, non esiste che i canili siano il parcheggio per gli spostacani che non sanno più dove metterseli. Siano essi prestanomi per le abusate "rinunce di proprietà" o "stallanti" stufi di stalli che si prolungano ad interim. I cani ed i gatti si salvano con la collaborazione degli enti se necessario, non sono passatempi domenicali per tenersi indaffarati.
Infine, ci dispiace deludervi ma che i canili si svuotino del tutto piacerebbe molto anche a noi ma è un sogno irrealizzabile. Chi ha inventato l'assioma del "canile luogo di passaggio" deve averli frequentati proprio poco i canili. Purtroppo rimarranno sempre dei cani feriti nell'anima da noi omuncoli o cani e gatti adulti che non raccolgono abbastanza consensi per essere adottati. Motivi questi per cui ogni canile dovrebbe adoperarsi ad essere il più possibile un luogo di rifugio e ristoro sia per chi fortunatamente è di passaggio ma soprattutto per chi ci morirà di vecchiaia.
Grazie a tutti per la fiducia, noi continuiamo a testa bassa ma dritti per la nostra strada, mettendoci la nostra esperienza, il nostro impegno e soprattutto cercando di evolverci sempre in meglio.

 

 


L'adozione del nostro piccolo Bolt su il Secolo XIX.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
Ciao a tutti, sono Bolt e vi devo dare una bellissima notizia!Eh si perché anch’io ho varcato il cancello del canile In realtà la mia permanenza non è stata molto lunga rispetto a tanti altri amici, però purtroppo anche se per poco tempo, anch’io ho vissuto l’esperienza della gabbia ...Una bella famiglia e’ venuta a fare un giro in canile e quando me l’hanno fatta conoscere, si sono innamorati di me.D’altronde come si fa a non innamorarsi di me, guardatemi che bello sono, pure col pelo tutto variopinto e poi ho il nome di uno famoso! Si, l’atleta giamaicano, Usain, ma non ditegli che corro più di lui altrimenti mi vorrà sfidare Non c’ho tempo da perdere io, ora ho una piccola Amica che mi porta a passeggio, mi fa giocare e facciamo tanti sonnellini insieme; c’è anche un micetto curioso che mi guarda sempre e mi annusa; beh dobbiamo conoscerci bene perché passeremo tanto tanto tempo insieme.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Pioveva, ieri, in canile. Una giornata uggiosa, per i volontari e i cani in cerca di adozione. Bolt, però, non c’era. Non più. La sua Pasquetta l’ha trascorsa per la prima volta in casa. E non avrebbe potuto esserci una sorpresa più bella, per lui. L’avevano trovato sul raccordo autostradale. Catturarlo è stata un’impresa. Il cuore batteva forte, non riusciva a fermarsi. Correndo fra le auto, avrebbe potuto trovare la morte o provocarla. Il primo miracolo lo aveva avuto quel giorno. Non aveva microchip, nessuno l’ha cercato.Il Comune della Spezia ha aspettato un po’, poi ha dato il via libera alla ricerca di una famiglia. I ragazzi della onlus L’Impronta, che gestisce il canile, si sono affezionati a quel piccoletto, così sfortunato.Quando ha capito di non essere più in pericolo, si è rivelato un cagnolino dolce e affettuoso.Gli hanno cercato un’adozione perfetta. Una famigliola si è innamorata di quell’ esserino, della sua gioia di vivere. Sono saliti a trovarlo, a San Venerio, e gli hanno aperto il cuore, prima ancora che il cancello. Bolt è felice, adesso. Niente più strada, niente più gabbia. Va d’accordo anche col gatto di casa.E – sperando di non essere visto – si infila dentro il letto della piccola di casa, a rubare un altro abbraccio. Il destino gli sta restituendo la felicità mai avuta prima. Per visitare il canile e adottare un cane o un gatto, chiamare Losa 320 1458159 o Elisabetta 338 2635117.—

L'adozione del nostro piccolo Bolt su il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Ciao a tutti, sono Bolt e vi devo dare una bellissima notizia!
Eh si perché anch’io ho varcato il cancello del canile 
In realtà la mia permanenza non è stata molto lunga rispetto a tanti altri amici, però purtroppo anche se per poco tempo, anch’io ho vissuto l’esperienza della gabbia ...
Una bella famiglia e’ venuta a fare un giro in canile e quando me l’hanno fatta conoscere, si sono innamorati di me.
D’altronde come si fa a non innamorarsi di me, guardatemi che bello sono, pure col pelo tutto variopinto e poi ho il nome di uno famoso! Si, l’atleta giamaicano, Usain, ma non ditegli che corro più di lui altrimenti mi vorrà sfidare 
Non c’ho tempo da perdere io, ora ho una piccola Amica che mi porta a passeggio, mi fa giocare e facciamo tanti sonnellini insieme; c’è anche un micetto curioso che mi guarda sempre e mi annusa; beh dobbiamo conoscerci bene perché passeremo tanto tanto tempo insieme.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Pioveva, ieri, in canile. Una giornata uggiosa, per i volontari e i cani in cerca di adozione. Bolt, però, non c’era. Non più. La sua Pasquetta l’ha trascorsa per la prima volta in casa. E non avrebbe potuto esserci una sorpresa più bella, per lui. L’avevano trovato sul raccordo autostradale. Catturarlo è stata un’impresa. Il cuore batteva forte, non riusciva a fermarsi. Correndo fra le auto, avrebbe potuto trovare la morte o provocarla. Il primo miracolo lo aveva avuto quel giorno. Non aveva microchip, nessuno l’ha cercato.
Il Comune della Spezia ha aspettato un po’, poi ha dato il via libera alla ricerca di una famiglia. I ragazzi della onlus L’Impronta, che gestisce il canile, si sono affezionati a quel piccoletto, così sfortunato.
Quando ha capito di non essere più in pericolo, si è rivelato un cagnolino dolce e affettuoso.
Gli hanno cercato un’adozione perfetta. Una famigliola si è innamorata di quell’ esserino, della sua gioia di vivere. Sono saliti a trovarlo, a San Venerio, e gli hanno aperto il cuore, prima ancora che il cancello. Bolt è felice, adesso. Niente più strada, niente più gabbia. Va d’accordo anche col gatto di casa.
E – sperando di non essere visto – si infila dentro il letto della piccola di casa, a rubare un altro abbraccio. Il destino gli sta restituendo la felicità mai avuta prima. Per visitare il canile e adottare un cane o un gatto, chiamare Losa 320 1458159 o Elisabetta 338 2635117.—


L'adozione del nostro Camillo  si è meritata un'articolo su Il Secolo XIX.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
Siamo talmente emozionati e felici di questa adozione che è veramente difficile tradurla in parole...Si perché non è

L'adozione del nostro Camillo  si è meritata un'articolo su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Siamo talmente emozionati e felici di questa adozione che è veramente difficile tradurla in parole...
Si perché non è "una" adozione ma è diventata "due" adozioni! 
Se già eravamo felicissimi per l'adozione di Samanta perché non potevamo sperare in famiglia più bella, più amorevole, potete immaginare quando ce li siamo visti tornare in canile perché volevano dare un compagno a Samanta, riscattando un altro cane dalla vita in gabbia.
Ci capita spesso di suggerire alle persone che "due cani è meglio di uno" ma difficilmente questo nostro suggerimento viene compreso.
Ma oggi eccoci qua a dire: anche Camillo adottato!!!
Mai coppia fu più azzeccata, ci arrivano immagini che spaziano da "Le comiche" a "Libro cuore"... 
Grazie come sempre ad Almo Nature per la donazione di crocchette agli adottanti.
Allora grazie meravigliosa famiglia e grazie Gaia per queste tue parole:

 

"Io ho sempre voluto un cane ma non sono mai riuscita a convincere i miei genitori, fino al 12 agosto 2018 che ci siamo recati al canile ed abbiamo visto un sacco di cani ma ci siamo innamorati da subito di un cane meraviglioso un cane bello quanto pauroso.
Quando l’hanno fatta uscire dalla gabbia per farcela vedere non si avvicinava neanche da quanto aveva paura, per questo molti educatori ci avevano detto che ci avremmo messo tanto tempo prima di portarla a casa, ma noi ci eravamo innamorati talmente tanto che non volevamo rinunciare.
Andavamo al canile tutti i giorni per un mese circa e non ce ne siamo assolutamente pentiti, lei è un cane meraviglioso anche con le sue insicurezze che ha tuttora.
Abbiamo scelto di prendere un secondo cane per vedere se Samanta diventasse più coraggiosa.
Prima di prendere questa decisione avevamo un po’ di paure ma parlando con i volontari e con l’educatore che sono molto disponibili abbiamo preso una decisione, quella di prendere Camillo anche lui un cane bello, simpatico e coccolone.
Ringrazio i volontari e l’educatore per i consigli che continuano a darci se abbiamo bisogno, per la meravigliosa esperienza e per averci dato questi cani davvero meravigliosi.
Consiglio alle persone che vorrebbero un cane di prenderlo perché ti cambia la vita in meglio."


Articolo dove si fa un bilancio delle adozioni nei canili della provincia di La Spezia.
 
Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
 
Nell'ultimo anno sono entrati nei canili spezzini 501 cani. Ne sono usciti 551. I dati sono ufficiali, li ha elaborati la Asl veterinaria, diretta dalla dottoressa Elena Maria Teneggi. Sono numeri importanti. In 382 casi si è trattato di riconsegne ai proprietari , che li avevano smarriti. Nel 2018 le strutture canile presenti sul territorio provinciale erano ancora tre, non due come ora. Una sola è pubblica, quella di San Venerio, in via Del Monte, aperta anni fa dal Comune della Spezia e oggi in gestione alla onlus L'Impronta. Delle altre due private convenzionate, il Pezzino alle Grazie e Tavolara a Castelnuovo Magra, è rimasta solo la prima. Il canile di Tavolara risulta oggi non più operativo. A fine 2018 il Pezzino aveva 150 cani. Nello scorso anno risulta aver fatto solo 13 adozioni, un numero veramente basso. Il canile di San Venerio ne aveva 101 e ha raggiunto 43 adozioni. In tutto, considerati i tre canili, le adozioni erano state lo scorso hanno pari a 100. Il canile del Pezzino (0187 792.451) apre il lunedì , mercoledì, e venerdì dalle 8 alle 16, i martedì, i giovedì , sabato e domenica dalle 8 alle 12. Il canile comunale della Spezia è sempre aperto, dale 10 alle 12.30, dalle 16 alle 19. Per informazioni sulle visite e sulle adozioni si possono chiamare Elisabetta 3382635117 o Losa 3201458159.

Articolo dove si fa un bilancio delle adozioni nei canili della provincia di La Spezia.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

Nell'ultimo anno sono entrati nei canili spezzini 501 cani. Ne sono usciti 551. I dati sono ufficiali, li ha elaborati la Asl veterinaria, diretta dalla dottoressa Elena Maria Teneggi. Sono numeri importanti. In 382 casi si è trattato di riconsegne ai proprietari , che li avevano smarriti. Nel 2018 le strutture canile presenti sul territorio provinciale erano ancora tre, non due come ora. Una sola è pubblica, quella di San Venerio, in via Del Monte, aperta anni fa dal Comune della Spezia e oggi in gestione alla onlus L'Impronta. Delle altre due private convenzionate, il Pezzino alle Grazie e Tavolara a Castelnuovo Magra, è rimasta solo la prima. Il canile di Tavolara risulta oggi non più operativo. A fine 2018 il Pezzino aveva 150 cani. Nello scorso anno risulta aver fatto solo 13 adozioni, un numero veramente basso. Il canile di San Venerio ne aveva 101 e ha raggiunto 43 adozioni. In tutto, considerati i tre canili, le adozioni erano state lo scorso hanno pari a 100. Il canile del Pezzino (0187 792.451) apre il lunedì , mercoledì, e venerdì dalle 8 alle 16, i martedì, i giovedì , sabato e domenica dalle 8 alle 12. Il canile comunale della Spezia è sempre aperto, dale 10 alle 12.30, dalle 16 alle 19. Per informazioni sulle visite e sulle adozioni si possono chiamare Elisabetta 3382635117 o Losa 3201458159.


Il progetto scuola al Canile Municipale raccontato  in questo articolo uscito su Il Secolo XIX.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
Oggi lasciateci ringraziare Elia, Emanuele, Manuel e Samuele dell'Istituto Capellini - Sauro che, tra tante onorevoli attività, hanno scelto di venire a svolgere il loro Progetto di Scuola e Volontariato proprio in canile da noi.Hanno sopportato i nostri monologhi, ops, cioè, hanno ascoltato con interesse tutte le nostre argomentazioni sul mondo canino e felino e sui topos antropomorfi che vi gravitano attorno; ci hanno aiutato nelle più semplici e noiose ma basilari operazioni di struttura, hanno fatto da assistenti personali alle nostre gattare, hanno fatto pazientemente da dog sitter ai quadrupedi che

Il progetto scuola al Canile Municipale raccontato  in questo articolo uscito su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Oggi lasciateci ringraziare Elia, Emanuele, Manuel e Samuele dell'Istituto Capellini - Sauro che, tra tante onorevoli attività, hanno scelto di venire a svolgere il loro Progetto di Scuola e Volontariato proprio in canile da noi.
Hanno sopportato i nostri monologhi, ops, cioè, hanno ascoltato con interesse tutte le nostre argomentazioni sul mondo canino e felino e sui topos antropomorfi che vi gravitano attorno; ci hanno aiutato nelle più semplici e noiose ma basilari operazioni di struttura, hanno fatto da assistenti personali alle nostre gattare, hanno fatto pazientemente da dog sitter ai quadrupedi che "adesso questo dove lo metto, un attimino torno, tienilo un secondo che ora vengo, ah ciao ti sono cresciuti i baffi" e ci hanno fatto mille domande mostrando interesse che però "se eri mio figlio, ti avevo già alzato il volume della tv e ciao"!
Ovviamente scherziamo, di sicuro avete imparato che il canile è un grande caos di gente che viene e che va e ciò nonostante non bisogna mai perdere di vista il benessere degli animali e tutti quanti veniamo sempre e solo dopo le loro esigenze.
Quattordici ore sono poche per farvi immergere completamente nei nostri stessi pensieri ma ci auguriamo che qualcosa vi sia rimasto dentro il cuore e che magari più avanti vi venga la voglia di proseguire il nostro scambio interrotto.
Grazie per il disegno e soprattutto grazie per le vostre foto, che per privacy non pubblichiamo ma sono già appese in bella mostra nel nostro ufficio, non ce l'aspettavamo e ci avete commosso.
In bocca al lupo ragazzi per qualunque strada deciderete di prendere nella vita!


Oliviero se n’è andato...lui, il gatto più dolce del canile, il tipico “gatto invisibile”: anziano, fiv positivo, con una brutta stomatite...l’ultimo gatto che i visitatori adotterebbero per paura di soffrire, di sbagliare cure o di spendere soldi in più...ma cosa ne sapevano loro che a Oliviero bastava solo una casa calda per passare questi ultimi mesi?!È vero non è morto da solo, è morto tra le braccia di una volontaria mentre gli faceva le coccole, baciato dai raggi del sole ma è pur sempre morto in canile.Ora, piccola anima, non soffrirai più! Buon ponte dolce Oliviero.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
«Per quanto tempo è per sempre?». «A volte solo per un secondo». Ed il tempo di Oliviero si è fermato in canile. Non è stato come nella favola di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”. Oliviero non era un coniglio bianco e non correva. Era un gatto. Un gatto stropicciato da una lunga faticosa vita di strada. Un gatto che qualcuno ha voluto raccogliere e consegnare ai volontari, perché gli dessero quelle attenzioni che non aveva mai avuto.
Così è stato, perché il canile del Comune della Spezia è un rifugio simile ad un porto di mare, in cui si incrociano creature abbandonate, gettate via, dimenticate o “rinunciate”, come si scrive quando a consegnarle sono gli “umani” che non le vogliono più. A San Venerio sono entrati quest’anno 127 fra cani e gatti. Ne sono usciti 137. In tutto, considerando tutti gli altri ospiti già in gabbia, le adozioni sono state 43. Ci sono state 91 riconsegne ai proprietari, causa smarrimento. E in tre sono mancati. Perché troppo vecchi o perché colpiti da una qualche malattia. Oliviero è stato il primo gatto a chiudere gli occhi, quest’anno, senza trovare una casa. Dispiace sempre, tanto. Era stortarello ed era “consumato” dall’età. Aveva accumulato acciacchi, doveva prendere le sue dosi di medicina. Non è piaciuto. Non era un tipo facile. Se ne sono presi cura i volontari. Lo hanno coccolato fino alla fine. E quando il suo tempo, il suo “per sempre”, è diventato un secondo, Oliviero è salito “sul ponte dell’arcobaleno”, l’aldilà che si spera accolga tutti gli animali.
Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime, ed è arrivata lei. Misteriosa. La gattina ben tenuta e affettuosa, trovata in stato di incoscienza a Sarzana. Nessuno, per ora, s’è fatto avanti a cercarla. Pare stia bene. È affettuosa. Ama le carezze. Si sta cercando chi l’ha persa. Oppure, se nessuno la reclamerà, un’adozione. E sono tanti altri, in tutto 101, cani e gatti da adottare, al rifugio del Comune. L’unico pubblico, in tutta la provincia. I ragazzi dell’Impronta ci sono tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Meglio salire il pomeriggio, quando le grandi pulizie quotidiane sono a buon punto, e c’è più tempo per una visita approfondita. Per informazioni sulle adozioni contattare Losa al 3201458159 o Elisabetta al 338 2635117.

Oliviero se n’è andato...lui, il gatto più dolce del canile, il tipico “gatto invisibile”: anziano, fiv positivo, con una brutta stomatite...l’ultimo gatto che i visitatori adotterebbero per paura di soffrire, di sbagliare cure o di spendere soldi in più...ma cosa ne sapevano loro che a Oliviero bastava solo una casa calda per passare questi ultimi mesi?!
È vero non è morto da solo, è morto tra le braccia di una volontaria mentre gli faceva le coccole, baciato dai raggi del sole ma è pur sempre morto in canile.
Ora, piccola anima, non soffrirai più! Buon ponte dolce Oliviero.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

«Per quanto tempo è per sempre?». «A volte solo per un secondo». Ed il tempo di Oliviero si è fermato in canile. Non è stato come nella favola di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”. Oliviero non era un coniglio bianco e non correva. Era un gatto. Un gatto stropicciato da una lunga faticosa vita di strada. Un gatto che qualcuno ha voluto raccogliere e consegnare ai volontari, perché gli dessero quelle attenzioni che non aveva mai avuto.
Così è stato, perché il canile del Comune della Spezia è un rifugio simile ad un porto di mare, in cui si incrociano creature abbandonate, gettate via, dimenticate o “rinunciate”, come si scrive quando a consegnarle sono gli “umani” che non le vogliono più. A San Venerio sono entrati quest’anno 127 fra cani e gatti. Ne sono usciti 137. In tutto, considerando tutti gli altri ospiti già in gabbia, le adozioni sono state 43. Ci sono state 91 riconsegne ai proprietari, causa smarrimento. E in tre sono mancati. Perché troppo vecchi o perché colpiti da una qualche malattia. Oliviero è stato il primo gatto a chiudere gli occhi, quest’anno, senza trovare una casa. Dispiace sempre, tanto. Era stortarello ed era “consumato” dall’età. Aveva accumulato acciacchi, doveva prendere le sue dosi di medicina. Non è piaciuto. Non era un tipo facile. Se ne sono presi cura i volontari. Lo hanno coccolato fino alla fine. E quando il suo tempo, il suo “per sempre”, è diventato un secondo, Oliviero è salito “sul ponte dell’arcobaleno”, l’aldilà che si spera accolga tutti gli animali.
Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime, ed è arrivata lei. Misteriosa. La gattina ben tenuta e affettuosa, trovata in stato di incoscienza a Sarzana. Nessuno, per ora, s’è fatto avanti a cercarla. Pare stia bene. È affettuosa. Ama le carezze. Si sta cercando chi l’ha persa. Oppure, se nessuno la reclamerà, un’adozione. E sono tanti altri, in tutto 101, cani e gatti da adottare, al rifugio del Comune. L’unico pubblico, in tutta la provincia. I ragazzi dell’Impronta ci sono tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Meglio salire il pomeriggio, quando le grandi pulizie quotidiane sono a buon punto, e c’è più tempo per una visita approfondita. Per informazioni sulle adozioni contattare Losa al 3201458159 o Elisabetta al 338 2635117.

Saremo presenti anche noi alla bella iniziativa dell'Asl 5 spezzino

Saremo presenti anche noi alla bella iniziativa dell'Asl 5 spezzino "4 zampe in musica - Ospedale Sant'Andrea aperto".
Presso il nostro centralissimo e bellissimo Ospedale Sant'Andrea di La Spezia (un sogno sarebbe vederlo presto ristrutturato e reso più funzionale alle esigenze operative) nella mattinata si terrà il concerto ad opera del Conservatorio Giacomo Puccini e nel pomeriggio le porte saranno aperte agli amici a quattro zampe dei degenti.
Un importante passo che si allinea alla strada intrapresa già da altre strutture italiane. Naturalmente, per non urtare alcune sensibilità o creare disagio ad alcune categorie, i cani dovranno essere in regola con tutte le profilassi vaccinali, essere coperti da polizza assicurativa (ormai quasi tutte le principali compagnie offrono pacchetti ad hoc) ed essere condotti con gli strumenti come già a regolamento municipale (guinzaglio di massimo 1,5 m, museruola a disposizione, sacchetti per la raccolta degli escrementi e nel dubbio, acqua per mondare le deiezioni).
Consigliamo in ogni caso, soprattutto finché non saranno consolidate le modalità, di informarvi espressamente presso il reparto in cui intendete condurre in visita ai degenti il loro amico, dei luoghi consentiti e le modalità di accesso.
La nostra Associazione e gli Amici del rifugio del Pezzino, invitate come esponenti delle strutture di ricovero animale di zona, hanno offerto le ciotole che verranno posizionate nell'area per l'abbeveraggio dei cani.
Assieme a noi, che arriveremo intorno alle 14 30 ,ci saranno i buonissimi ed inseparabili Aldo e Rocky e chi sa che in un contesto dove le emozioni vengono a nudo come ferite aperte qualcuno non decida di dare loro finalmente una casa.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

I cani possono finalmente andare a fare visita agli spezzini ricoverati al Sant’Andrea. La Regione ha re¬golamentato l’accesso in alcune aree della zona ospedaliera, in cui gli “umani” in cura possano riabbracciare il proprio amico. Chi entra con il cane deve tenerlo al guinzaglio e tenere la museruola a disposizione. Il cane deve essere in regola con la profilassi vaccinale e coperto da polizza assicurativa. Naturalmente il proprietario deve intervenire a pulire, raccogliendo le deiezioni e spruzzando acqua se serve. Per il gatto è richiesto il classico trasportino.
I cani sono ben accetti nelle aree esterne e nelle aree interne comuni, come le salette d’attesa ed i corridoi. Restano esclusi gli accessi alle aree del Pronto Soccorso e della terapia intensiva ed i reparti in cui si praticano dialisi, oltre alle zone di ostetricia e di nursery. La cosa ideale, prima di andare in visita, è informarsi bene sui dettagli. Nei giardini è stata individuata un’area con le ciotole per abbeverare i cani in visita, messe a disposizione dai canili spezzini. La prima giornata di apertura dell’area ospedaliera ai cani ha suscitato ampi consensi. Moltissime persone hanno un cane o un gatto. Nei periodi di ricovero, la lontananza pesa, sia agli “umani” che ai propri amici a quattro zampe. L’idea di potersi rivedere, nell’orario di visita, ha destato commozione.

Una giornata a suo modo storica quella di ieri, dove per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati. Un importante passo avanti già intrapreso da numerose altre strutture italiane. Il tutto naturalmente normato da linee guida e speriamo, dal buon senso del proprietario o conduttore del cane. Noi siamo entusiasti di essere stati invitati a partecipare a questo evento dall' ASL 5. A farci compagnia in questa bellissima domenica sono stati Rocky e Aldo due ospiti del canile municipale che hanno fatto strage di cuori e sono stati riempiti di coccole e complimenti dalle persone presenti. Una giornata diversa dalla solita routine del canile e molto intensa. Chissà che questa domenica non porti loro fortuna, se qualcuno decidesse finalmente di donargli una casa,loro sarebbero pronti a riempirla di gioia ed amore.
Di seguito riportiamo le linee guida per l'ingresso degli animali domestici in ospedale:
L’accesso degli animali è consentito nei seguenti ambiti:Aree esterne agli edifici di ricovero e cura di pertinenza delle strutture ospedaliere;Aree interne comuni : sala d’attesa, corridoi esterni ai reparti, terrazzi, ecc…;Reparti di degenza ad esclusione delle strutture individuate sulla base di un’analisi rischio/beneficio e di seguito elencate:a) Pronto Soccorsob) Terapia intensiva e UTICc) Reparti di degenza per acutid) Centri dialisie) Ostetricia e nursery
Modalità operative:E’ ammesso all’interno delle strutture aziendali l’accesso di cani e gatti.Il proprietario e/o il detentore a qualsiasi titolo anche temporaneamente degli animali d’affezione condotti in visita sono responsabili civilmente e penalmente dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocate dai propri animali.Gli animali d’affezione condotti in visita devono essere coperti da polizza assicurativa per danni contro terzi la cui copertura deve essere estesa anche ai detentori se il conduttore non è direttamente l’assicurato.I cani devono essere condotti con guinzaglio non più lungo di 1,5 metri e museruola da persone in grado di gestirli.I gatti devono essere trasportati nell’apposito trasportino.E’ fatto obbligo a chiunque conduca gli animali, di raccogliere eventuali deiezioni e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.

Una giornata a suo modo storica quella di ieri, dove per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati. Un importante passo avanti già intrapreso da numerose altre strutture italiane. Il tutto naturalmente normato da linee guida e speriamo, dal buon senso del proprietario o conduttore del cane. Noi siamo entusiasti di essere stati invitati a partecipare a questo evento dall' ASL 5. A farci compagnia in questa bellissima domenica sono stati Rocky e Aldo due ospiti del canile municipale che hanno fatto strage di cuori e sono stati riempiti di coccole e complimenti dalle persone presenti. Una giornata diversa dalla solita routine del canile e molto intensa. Chissà che questa domenica non porti loro fortuna, se qualcuno decidesse finalmente di donargli una casa,loro sarebbero pronti a riempirla di gioia ed amore.

Di seguito riportiamo le linee guida per l'ingresso degli animali domestici in ospedale:

L’accesso degli animali è consentito nei seguenti ambiti:
Aree esterne agli edifici di ricovero e cura di pertinenza delle strutture ospedaliere;
Aree interne comuni : sala d’attesa, corridoi esterni ai reparti, terrazzi, ecc…;
Reparti di degenza ad esclusione delle strutture individuate sulla base di un’analisi rischio/beneficio e di seguito elencate:
a) Pronto Soccorso
b) Terapia intensiva e UTIC
c) Reparti di degenza per acuti
d) Centri dialisi
e) Ostetricia e nursery

Modalità operative:
E’ ammesso all’interno delle strutture aziendali l’accesso di cani e gatti.
Il proprietario e/o il detentore a qualsiasi titolo anche temporaneamente degli animali d’affezione condotti in visita sono responsabili civilmente e penalmente dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocate dai propri animali.
Gli animali d’affezione condotti in visita devono essere coperti da polizza assicurativa per danni contro terzi la cui copertura deve essere estesa anche ai detentori se il conduttore non è direttamente l’assicurato.
I cani devono essere condotti con guinzaglio non più lungo di 1,5 metri e museruola da persone in grado di gestirli.
I gatti devono essere trasportati nell’apposito trasportino.
E’ fatto obbligo a chiunque conduca gli animali, di raccogliere eventuali deiezioni e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.


Articolo uscito sul quotidiano La Nazione dove si racconta che  per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Donne, dimenticatevi dei soffitti cadenti e degli arredi fatiscenti. La riscossa dell’ostetricia del Sant’Andrea parte da un reparto nuovo di zecca. Quindici posti letto (a uno, a due o tre posti), con bagno -doccia in camera e fasciatoio.
Una sala parto dotata di attrezzature all’avanguardia che si trova a un passo dalla sala operatoria, per ogni evenienza.
E un pronto soccorso ostetrico su cui le future mamme possono fare affidamento in qualunque momento.
Sono soltanto alcune delle novità che sono state illustrate ieri pomeriggio all’assessore della sanità regionale Sonia Viale dal primario Nucera.
A sottolineare la svolta è la stessa Viale, “Le strutture ci sono. Adesso è importante dare alle donne un’adeguata accoglienza che unita alla capacità del personale – spiega l’assessore – è in grado di fare la differenza”.
E della necessità che professionalità e accoglienza debbano andare di pari passo ne è ben consapevole il personale ostetrico e infermieristico del reparto che ha elaborato una strategia per invertire la tendenza dei parti fuori provincia.
E l’iniziativa “Nascere nel golfo dei poeti” è il primo passo.
Una serie di incontri rivolti alle future mamme dove presentare le opportunità offerte dalla nuova struttura, tra queste anche il parto indolore, gratuito.
Un incontro al mese per illustrare le novità del reparto.
Il prossimo passo sarà mandare online l’iniziativa per raggiungere il maggior numero di future mamme.
Ma se in ostetricia ci sono tutti i presupposti di un miglioramento i tempi di attesa dell’Asl 5 lasciano a desiderare.
Su questo punto l’assessore Viale ha parlato di un progetto che sta prendendo piede in Regione. “Su direttive del Ministero della sanità – ha aggiunto Viale – stiamo allestendo un numero unico di prenotazione. Questo ci permetterà una verifica immediata dei singoli reparti e un monitoraggio costante della situazione. In questo modo sarà possibile richiamare i pazienti in attesa di prenotare ma nello stesso tempo i cittadini dovranno essere solerti a disdire un esame se per qualche motivo non possono sottoporvisi.
Un numero unico e una unica piattaforma informatica per raggiungere tutte le Asl.
Tra quindici giorni dovrebbe partire la campagna informativa.
 

Al Sant’Andrea si cambia… musica
Arrivano concerti e amici a quattro zampe
Quattro zampe in musica è il tema della giornata che si è svolta ieri all’ospedale Sant’Andrea e che fa da apripista per un contatto più ravvicinato col proprio animale anche durante un ricovero.
Nei giardini antistanti il padiglione da Pozzo alcuni giovani del Conservatorio Puccini hanno tenuto un concerto a cui hanno assistito personale e pazienti.
Nel pomeriggio è stata la volta degli animali in corsia.
Un altro piacevole appuntamento per i pazienti che hanno potuto ricevere i loro animali che fanno parte, ormai di diritto della loro vita.

Articolo uscito sul quotidiano La Nazione dove si racconta che  per la prima volta viene consentito agli animali d'affezione di poter entrare in determinate aree dell'ospedale di La Spezia, il Sant'Andrea, per incontrare i loro proprietari ricoverati.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Donne, dimenticatevi dei soffitti cadenti e degli arredi fatiscenti. La riscossa dell’ostetricia del Sant’Andrea parte da un reparto nuovo di zecca. Quindici posti letto (a uno, a due o tre posti), con bagno -doccia in camera e fasciatoio.
Una sala parto dotata di attrezzature all’avanguardia che si trova a un passo dalla sala operatoria, per ogni evenienza.
E un pronto soccorso ostetrico su cui le future mamme possono fare affidamento in qualunque momento.
Sono soltanto alcune delle novità che sono state illustrate ieri pomeriggio all’assessore della sanità regionale Sonia Viale dal primario Nucera.
A sottolineare la svolta è la stessa Viale, “Le strutture ci sono. Adesso è importante dare alle donne un’adeguata accoglienza che unita alla capacità del personale – spiega l’assessore – è in grado di fare la differenza”.
E della necessità che professionalità e accoglienza debbano andare di pari passo ne è ben consapevole il personale ostetrico e infermieristico del reparto che ha elaborato una strategia per invertire la tendenza dei parti fuori provincia.
E l’iniziativa “Nascere nel golfo dei poeti” è il primo passo.
Una serie di incontri rivolti alle future mamme dove presentare le opportunità offerte dalla nuova struttura, tra queste anche il parto indolore, gratuito.
Un incontro al mese per illustrare le novità del reparto.
Il prossimo passo sarà mandare online l’iniziativa per raggiungere il maggior numero di future mamme.
Ma se in ostetricia ci sono tutti i presupposti di un miglioramento i tempi di attesa dell’Asl 5 lasciano a desiderare.
Su questo punto l’assessore Viale ha parlato di un progetto che sta prendendo piede in Regione. “Su direttive del Ministero della sanità – ha aggiunto Viale – stiamo allestendo un numero unico di prenotazione. Questo ci permetterà una verifica immediata dei singoli reparti e un monitoraggio costante della situazione. In questo modo sarà possibile richiamare i pazienti in attesa di prenotare ma nello stesso tempo i cittadini dovranno essere solerti a disdire un esame se per qualche motivo non possono sottoporvisi.
Un numero unico e una unica piattaforma informatica per raggiungere tutte le Asl.
Tra quindici giorni dovrebbe partire la campagna informativa.
 
Al Sant’Andrea si cambia… musica
Arrivano concerti e amici a quattro zampe
Quattro zampe in musica è il tema della giornata che si è svolta ieri all’ospedale Sant’Andrea e che fa da apripista per un contatto più ravvicinato col proprio animale anche durante un ricovero.
Nei giardini antistanti il padiglione da Pozzo alcuni giovani del Conservatorio Puccini hanno tenuto un concerto a cui hanno assistito personale e pazienti.
Nel pomeriggio è stata la volta degli animali in corsia.
Un altro piacevole appuntamento per i pazienti che hanno potuto ricevere i loro animali che fanno parte, ormai di diritto della loro vita.

Si parla della scomparsa di Penny e Nero in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.
 
Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
 
Se ne sono andati a 48 ore di distanza l’uno dall’altro. Lei per prima. Poi lui. Tutti e due neri. Tutti e due soli. Tutti e due cani di canile, quelli di lungo corso, che vedono il cancello spalancarsi e poi rinchiudersi per sempre. Perché non arriva mai un

Si parla della scomparsa di Penny e Nero in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

Se ne sono andati a 48 ore di distanza l’uno dall’altro. Lei per prima. Poi lui. Tutti e due neri. Tutti e due soli. Tutti e due cani di canile, quelli di lungo corso, che vedono il cancello spalancarsi e poi rinchiudersi per sempre. Perché non arriva mai un "umano” che voglia proprio loro. C’è un filo sottile che unisce le esistenze che si affacciano su questa terra. Il filo di Penny era legato a quello di Nero. E i volontari del canile comunale non hanno potuto fare altro se non stare loro accanto, fino alla fine, senza far venire mai meno il senso di affetto e di calore di un essere umano, accanto a quelle piccole anime affettuose che sono i cani. Non erano due ragazzini, Penny e Nero. Avevano una certa età. Lei s’è ammalata gravemente. Un tumore, uno di quei mali incurabili, che ti porta via a poco a poco, finché prende possesso di ogni cosa. «Eh, Nero, hai visto? Mi è toccato anche questo...». L'hanno curata. Tanto. Solo che peggiorava. Non respirava più. Soffriva moltissimo, così tanto da rendere inevitabile, alla fine, un passaggio dal sonno – inquieto e doloroso – alla morte. Non sola, mai, ma coccolata e protetta, nel suo ultimo viaggio. Nero - pur non assistendo con i suoi occhi - le è stato accanto, di sicuro, con il cuore. E se n’è andato, subito dopo, in 48 ore. Come Penny, aveva aspettato un’adozione mai arrivata, per una intera vita. Due anime buone. Non è dato sapere come comunichino i cani. Sentono l’arrivo del padrone, prima ancora che si avvicini alla porta di casa. Un “umano” non ci riuscirebbe mai. Forse, chissà, comunicano con il cuore. Penny deve averlo salutato, Nero, in qualche modo. «Io vado, Nero, sono troppo stanca, il ponte dell’arcobaleno mi aspetta…». Nero deve averci pensato su. «Ormai sono anziano, adesso tocca a me…». I ragazzi dell’Impronta l’hanno trovato senza vita. Avevano da poco portato via la dolce Penny. Un dolore nel dolore, confortato dalla certezza che stiano insieme, adesso, e che ricordino con infinito amore tutti i volti dei volontari che li hanno colmati di carezze, uno ad uno. Ci sono poco meno di cento cani, che sperano in una adozione, al canile del Comune. Le referenti dell’associazione di volontariato L'Impronta, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Si può telefonare prima, e mettersi d'accordo sulla visita.


La storia di mamma Arwen e dei suoi sei cuccioli raccontata in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.
 
Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Una mamma, sciupata e triste, ma pronta a qualsiasi sacrificio, pur di stare con la sua cucciolata. I suoi sei cuccioli, minuscoli, chiusi in una scatola di cartone, lì accanto. Spuntati, tutti e sette, dal nulla. Si pensa che possa accadere solo in altre realtà, lontane. È successo invece ai giardini pubblici della Spezia. Sono stati tutti raccolti dal personale della Maris, che opera per conto della Asl 5. Sono stati consegnati al canile del Comune. I volontari li hanno aiutati nella fase dello svezzamento e della crescita. Si sono salvati tutti. E ora che sono diventati abbastanza grandi da poter essere adottati, sono iniziati gli affidi. Se ne sono andati già quattro. Ne restano ancora due e la loro mamma Arwen. Incroci pitbull. Avrebbero potuto e dovuto sterilizzarla, la cagnolina di casa. Non l’hanno fatto, chiunque l’avesse prima. E quando si sono accorti della cucciolata, hanno lasciato anche lei. Una mammina molto giovane, dal carattere socievole. Al canile comunale della Spezia, raccontano di quanto fosse magra e spaventata, quando è arrivata, e di come sia stata «premurosa e affettuosa» con la cucciolata. La mamma era stata lasciata accanto a quel cartone, che conteneva i suoi piccoli. Era l'unica in grado di poter scappare. Non l'ha fatto. Non li ha mai lasciati soli. E li ha guardati crescere e andare via, una volta al sicuro, in canile, con la consapevolezza che fosse il loro bene. Restano da sistemare due maschietti. Uno è più robusto, l’altro è il più fragile di tutti, un esserino dolce che ama moltissimo le coccole. Sono incroci pittbull, ed il pittbull è una razza impegnativa. Va gestita, per la forza muscolare che ha. Tuttavia i piccoli di mamma Arwen si stanno comportando bene. Dormono con i bambini, nelle case in cui ora vivono, e tollerano tranquillamente i gatti. Moltissimo dipende da come si gestisce il rapporto, fin da subito, con i consigli di un educatore. Ed il canile pubblico offre un servizio di affiancamento, nei primi incontri, quando si deve capire se l’adozione sia quella giusta. «Speriamo di trovare casa ai due piccoli rimasti, perché non crescano in canile – auspicano i volontari – e anche a mamma Arwen, che pur così giovane ha già avuto una vita in salita». Al rifugio di via del Monte ci sono moltissimi altri cani da adottare e anche qualche bel gatto. Per visitarlo ed avere informazioni basta contattare Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.
 

La storia di mamma Arwen e dei suoi sei cuccioli raccontata in questo articolo uscito su Il Secolo XIX dalla giornalista Sondra Coggio.

 

Per agevolarne la lettura lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Una mamma, sciupata e triste, ma pronta a qualsiasi sacrificio, pur di stare con la sua cucciolata. I suoi sei cuccioli, minuscoli, chiusi in una scatola di cartone, lì accanto. Spuntati, tutti e sette, dal nulla. Si pensa che possa accadere solo in altre realtà, lontane. È successo invece ai giardini pubblici della Spezia. Sono stati tutti raccolti dal personale della Maris, che opera per conto della Asl 5. Sono stati consegnati al canile del Comune. I volontari li hanno aiutati nella fase dello svezzamento e della crescita. Si sono salvati tutti. E ora che sono diventati abbastanza grandi da poter essere adottati, sono iniziati gli affidi. Se ne sono andati già quattro. Ne restano ancora due e la loro mamma Arwen. Incroci pitbull. Avrebbero potuto e dovuto sterilizzarla, la cagnolina di casa. Non l’hanno fatto, chiunque l’avesse prima. E quando si sono accorti della cucciolata, hanno lasciato anche lei. Una mammina molto giovane, dal carattere socievole. Al canile comunale della Spezia, raccontano di quanto fosse magra e spaventata, quando è arrivata, e di come sia stata «premurosa e affettuosa» con la cucciolata. La mamma era stata lasciata accanto a quel cartone, che conteneva i suoi piccoli. Era l'unica in grado di poter scappare. Non l'ha fatto. Non li ha mai lasciati soli. E li ha guardati crescere e andare via, una volta al sicuro, in canile, con la consapevolezza che fosse il loro bene. Restano da sistemare due maschietti. Uno è più robusto, l’altro è il più fragile di tutti, un esserino dolce che ama moltissimo le coccole. Sono incroci pittbull, ed il pittbull è una razza impegnativa. Va gestita, per la forza muscolare che ha. Tuttavia i piccoli di mamma Arwen si stanno comportando bene. Dormono con i bambini, nelle case in cui ora vivono, e tollerano tranquillamente i gatti. Moltissimo dipende da come si gestisce il rapporto, fin da subito, con i consigli di un educatore. Ed il canile pubblico offre un servizio di affiancamento, nei primi incontri, quando si deve capire se l’adozione sia quella giusta. «Speriamo di trovare casa ai due piccoli rimasti, perché non crescano in canile – auspicano i volontari – e anche a mamma Arwen, che pur così giovane ha già avuto una vita in salita». Al rifugio di via del Monte ci sono moltissimi altri cani da adottare e anche qualche bel gatto. Per visitarlo ed avere informazioni basta contattare Elisabetta 338 2635117 o Losa 320 1458159.