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Mamma Arwen ed i suoi 6 bellissimi cuccioli sono protagonisti di questo articolo su Il Secolo XIX.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
Oggi vi portiamo in un mondo fatato, popolato da elfi e fate...Se saprete farvi guidare da noi per mano, potreste diventare parte di questa favola incantata.Era la fine di Settembre quando in canile arriva una cagnetta sciupata e triste, a stento si riconoscevano in lei i tratti della razza.Ancora nel furgone del recupero animali, a fianco scorgiamo una scatola di cartone. I suoi giochi? Le sue spazzole? I suoi guinzagli, come certi si prendono, secondo loro, la delicatezza di lasciare?No! Nella scatola sei esserini di pochi giorni, ancora con gli occhi chiusi, stretti l'uno all'altro.Chi ha architettato questa messa in scena si è ispirato ai più banali e ritriti luoghi comuni.Sistemiamo con delicatezza i cuccioli e li ricongiungiamo alla mamma, ancora incerti su cosa ci riserverà il futuro.Scopriamo presto che il futuro ci ha riservato una mamma dolcissima...Sicuramente al suo primo parto, lei abbandonata proprio quando aveva bisogno delle persone che, bene o male, l'avevano presa, l'avevano per un po' tenuta, non si erano curati di sterilizzarla ne di farla loro con la semplice apposizione del microchip, lei lasciata sola con tutte le sue incertezze.Mai ci spiegheremo perché la gente si ostina a prendere cani e gatti se poi non intende prendersene cura e possiamo solo sperare certa gente si ravveda e prenda consapevolezza di non meritare più nessun animale.Lo svezzamento procede serenamente, diamo alla mamma tutto il tempo necessario a fidarsi di noi, pian piano l'abituiamo alla nostra presenza, tutti assieme, mamma, cuccioli e umani.Scegliamo per queste creature nomi che facciano dimenticare il triste passato e suggelliamo la magia che si crea ogni volta che con delicatezza, emozionati, ci avviciniamo a loro... Arwen... Miriel... Ellmo... Legolas... Aranel... Dairon ...e Tatie (con la dieresi :-) ).Giorno dopo giorno li abituiamo al richiamo con il nome scelto per ognuno di loro, giorno dopo giorno cresce la nostra unione, giorno dopo giorno li sentiamo sempre più parte di noi.Ma ora veniamo a voi che leggete!I nostri cucciolotti sono quasi pronti per trovare la loro strada, la loro famiglia umana.Nel mese di Gennaio saranno definitivamente pronti per l'adozione. In questo ultimo mese hanno sviluppato il loro caratterino deciso ed irruento, tipico dei cuccioli e tipico del mix di pitbull, bull terrier o amstaff che saranno.
Cerchiamo pertanto persone consapevoli della razza, che sappiano rispettarli ed amarli come stiamo facendo noi, che non si lascino solo intenerire dal cucciolo che ora sono ma abbiano piena consapevolezza del cane adulto che saranno.Verranno considerate più richieste ma anche data la razza, la scelta definitiva delle famiglie adottanti, si specifica e chiarisce fin da ora, verrà fatta in modo scrupoloso e cercando di individuare il contesto più idoneo a loro.

Mamma Arwen ed i suoi 6 bellissimi cuccioli sono protagonisti di questo articolo su Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

Oggi vi portiamo in un mondo fatato, popolato da elfi e fate...
Se saprete farvi guidare da noi per mano, potreste diventare parte di questa favola incantata.
Era la fine di Settembre quando in canile arriva una cagnetta sciupata e triste, a stento si riconoscevano in lei i tratti della razza.
Ancora nel furgone del recupero animali, a fianco scorgiamo una scatola di cartone. I suoi giochi? Le sue spazzole? I suoi guinzagli, come certi si prendono, secondo loro, la delicatezza di lasciare?
No! Nella scatola sei esserini di pochi giorni, ancora con gli occhi chiusi, stretti l'uno all'altro.
Chi ha architettato questa messa in scena si è ispirato ai più banali e ritriti luoghi comuni.
Sistemiamo con delicatezza i cuccioli e li ricongiungiamo alla mamma, ancora incerti su cosa ci riserverà il futuro.
Scopriamo presto che il futuro ci ha riservato una mamma dolcissima...
Sicuramente al suo primo parto, lei abbandonata proprio quando aveva bisogno delle persone che, bene o male, l'avevano presa, l'avevano per un po' tenuta, non si erano curati di sterilizzarla ne di farla loro con la semplice apposizione del microchip, lei lasciata sola con tutte le sue incertezze.
Mai ci spiegheremo perché la gente si ostina a prendere cani e gatti se poi non intende prendersene cura e possiamo solo sperare certa gente si ravveda e prenda consapevolezza di non meritare più nessun animale.
Lo svezzamento procede serenamente, diamo alla mamma tutto il tempo necessario a fidarsi di noi, pian piano l'abituiamo alla nostra presenza, tutti assieme, mamma, cuccioli e umani.
Scegliamo per queste creature nomi che facciano dimenticare il triste passato e suggelliamo la magia che si crea ogni volta che con delicatezza, emozionati, ci avviciniamo a loro... Arwen... Miriel... Ellmo... Legolas... Aranel... Dairon ...e Tatie (con la dieresi  ).
Giorno dopo giorno li abituiamo al richiamo con il nome scelto per ognuno di loro, giorno dopo giorno cresce la nostra unione, giorno dopo giorno li sentiamo sempre più parte di noi.
Ma ora veniamo a voi che leggete!
I nostri cucciolotti sono quasi pronti per trovare la loro strada, la loro famiglia umana.
Nel mese di Gennaio saranno definitivamente pronti per l'adozione. In questo ultimo mese hanno sviluppato il loro caratterino deciso ed irruento, tipico dei cuccioli e tipico del mix di pitbull, bull terrier o amstaff che saranno.

Cerchiamo pertanto persone consapevoli della razza, che sappiano rispettarli ed amarli come stiamo facendo noi, che non si lascino solo intenerire dal cucciolo che ora sono ma abbiano piena consapevolezza del cane adulto che saranno.
Verranno considerate più richieste ma anche data la razza, la scelta definitiva delle famiglie adottanti, si specifica e chiarisce fin da ora, verrà fatta in modo scrupoloso e cercando di individuare il contesto più idoneo a loro.


L'adozione del nostro Freddy in questo articolo uscito sulle pagine de Il Secolo XIX.
 
Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:
 
E finalmente anche il nostro Freddy si lascia questo cancello alle spalle!Lui, il bellissimo, piccolo border collie de noi altri formato tascabile, tanto desiderato da tutti ma senza mai essere la scelta definitiva.Freddy oltre ai suoi nuovi compagni umani, trova ad aspettarlo una nuova amica canina, giovane e giocosa come lui.La sua nuova famiglia ha seguito il percorso di avvicinamento dentro e fuori la struttura così che per Freddy l'ingresso in una nuova casa avvenisse con le persone che gli erano già entrate nel cuore.Un ringraziamento speciale va ad Almo Nature- Fondazione Capellino che col progetto europeo #CompanionAnimalForLife ci aiuta a sostenere adozioni consapevoli e garantisce lo stesso livello qualitativo di alimentazione a cui i nostri cani sono abituati, donando un mese di pappa alla famiglia adottante.Grazie all'impegno di tutti perché si realizzino queste adozioni ponderate, seguite e responsabili, grazie quindi ai volontari che seguono e consigliano le famiglie, grazie agli educatori che pongono le basi per una convivenza perfetta e grazie ad Almo per metterci la cigliegina.

L'adozione del nostro Freddy in questo articolo uscito sulle pagine de Il Secolo XIX.

 

Qui sotto lo scritto del post da cui è stato preso spunto:

 

E finalmente anche il nostro Freddy si lascia questo cancello alle spalle!
Lui, il bellissimo, piccolo border collie de noi altri formato tascabile, tanto desiderato da tutti ma senza mai essere la scelta definitiva.
Freddy oltre ai suoi nuovi compagni umani, trova ad aspettarlo una nuova amica canina, giovane e giocosa come lui.
La sua nuova famiglia ha seguito il percorso di avvicinamento dentro e fuori la struttura così che per Freddy l'ingresso in una nuova casa avvenisse con le persone che gli erano già entrate nel cuore.
Un ringraziamento speciale va ad Almo Nature- Fondazione Capellino che col progetto europeo #CompanionAnimalForLife ci aiuta a sostenere adozioni consapevoli e garantisce lo stesso livello qualitativo di alimentazione a cui i nostri cani sono abituati, donando un mese di pappa alla famiglia adottante.
Grazie all'impegno di tutti perché si realizzino queste adozioni ponderate, seguite e responsabili, grazie quindi ai volontari che seguono e consigliano le famiglie, grazie agli educatori che pongono le basi per una convivenza perfetta e grazie ad Almo per metterci la cigliegina.


REXINO IL PRINCIPINO DI SAN VENERIOUn bellissimo articolo della giornalista Sondra Coggio uscito su Il Secolo XIX tutto dedicato alla nostra mascotte Rexino. Se siete venuti a trovarci al canile municipale sicuramente l'avrete conosciuto perchè è lui il padrone di casa!!!
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Calzini bianchi lunghi. Barba brizzolata. E quel colletto speciale, folto, che sarebbe piaciuto ai nobili rinascimentali: che indossavano imponenti “gorgiere” candide, cucite apposta, e diventate nel tempo sempre più preziose e scolpite, come testimoniano gli splendidi ritratti dell’epoca, dal Cinquecento fino all’epoca di Rembrandt. Niente merletto, per lui. Niente lino. Il suo fascino aristocratico è merito della natura, che ha dipinto il suo manto con grande estro, divertendosi a punteggiare il grigio argento del dorso con spruzzate di bianco: sulla punta del codino, sul musetto, e soprattutto attorno al collo. Una mantella vaporosa, ruota attorno alla testolina di Rexino, sei anni appena, abbandonato in canile. Un cagnolino tanto intelligente e gentile, da conquistare la libertà di vivere ai piani alti, sul piazzale, insieme ai cani anziani. Il principino del rifugio di San Venerio è diventato un padrone di casa. Accoglie i visitatori, scodinzola alle famiglie in cerca di adozione, scorta diligentemente i volontari, da una parte all’altra. Pur essendo stato abbandonato, non ha mai perduto il suo sguardo garbato. Non c’è bisogno di dirgli che cosa fare. Lo intuisce. Sa benissimo quanto tocca a lui, per la sgambata. Sa quando è l’ora di prepararsi ad un’uscita esterna, in macchina. E coi suoi occhi vivaci osserva tutto quel che accade al canile. Rexino è un bellissimo cane, unico, speciale. E s’è talmente innamorato dei suoi “umani”, i volontari del canile, da infilarsi perfino nella fotografia ufficiale. Tutti erano in posa, quando è spuntato, con i suoi zampini candidi, a prendersi ancora tutte le coccole del giorno, fino all’ultima. Sarà Natale, fra qualche settimana. E tanti cani lo trascorreranno in canile. Rexino, con il suo collare plissettato. E tutti gli altri. Bob il pastore, Thor il molosso, Big e Miele, fra i più anziani. E le sorelle, Elsa ed Anna. E poi Saturno, Tess, e il timidissimo Ottavio, taglia piccola… un po’ abbondante. Ed il più triste, Boby, Bobino: ormai avanti con gli anni, taglia medio piccola, dolcissimo ma introverso. Ossa stanche, la fine che si avvicina, e l’ultimissima debole speranza di un abbraccio. Dai più piccini ai giganti buoni. Tutti diversi, tutti uniti da una storia infelice: essere stati abbandonati dai loro “umani”. Non è facile, passare dai divani e dai giardini ad una gabbia, seppure riscaldata. I volontari dell’Impronta, sperano che qualcuno si faccia un regalo, e investa sull’affetto di un amico incapace di tradire. Le referenti dell’associazione, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Si può telefonare prima, e mettersi d’accordo sulla visita. Il canile del Comune è sempre aperto. Rexino e gli altri sono là, e aspettano.

REXINO IL PRINCIPINO DI SAN VENERIO

Un bellissimo articolo della giornalista Sondra Coggio uscito su Il Secolo XIX tutto dedicato alla nostra mascotte Rexino. Se siete venuti a trovarci al canile municipale sicuramente l'avrete conosciuto perchè è lui il padrone di casa!!!



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Calzini bianchi lunghi. Barba brizzolata. E quel colletto speciale, folto, che sarebbe piaciuto ai nobili rinascimentali: che indossavano imponenti “gorgiere” candide, cucite apposta, e diventate nel tempo sempre più preziose e scolpite, come testimoniano gli splendidi ritratti dell’epoca, dal Cinquecento fino all’epoca di Rembrandt. Niente merletto, per lui. Niente lino. Il suo fascino aristocratico è merito della natura, che ha dipinto il suo manto con grande estro, divertendosi a punteggiare il grigio argento del dorso con spruzzate di bianco: sulla punta del codino, sul musetto, e soprattutto attorno al collo. Una mantella vaporosa, ruota attorno alla testolina di Rexino, sei anni appena, abbandonato in canile. Un cagnolino tanto intelligente e gentile, da conquistare la libertà di vivere ai piani alti, sul piazzale, insieme ai cani anziani. Il principino del rifugio di San Venerio è diventato un padrone di casa. Accoglie i visitatori, scodinzola alle famiglie in cerca di adozione, scorta diligentemente i volontari, da una parte all’altra. Pur essendo stato abbandonato, non ha mai perduto il suo sguardo garbato. Non c’è bisogno di dirgli che cosa fare. Lo intuisce. Sa benissimo quanto tocca a lui, per la sgambata. Sa quando è l’ora di prepararsi ad un’uscita esterna, in macchina. E coi suoi occhi vivaci osserva tutto quel che accade al canile. Rexino è un bellissimo cane, unico, speciale. E s’è talmente innamorato dei suoi “umani”, i volontari del canile, da infilarsi perfino nella fotografia ufficiale. Tutti erano in posa, quando è spuntato, con i suoi zampini candidi, a prendersi ancora tutte le coccole del giorno, fino all’ultima. Sarà Natale, fra qualche settimana. E tanti cani lo trascorreranno in canile. Rexino, con il suo collare plissettato. E tutti gli altri. Bob il pastore, Thor il molosso, Big e Miele, fra i più anziani. E le sorelle, Elsa ed Anna. E poi Saturno, Tess, e il timidissimo Ottavio, taglia piccola… un po’ abbondante. Ed il più triste, Boby, Bobino: ormai avanti con gli anni, taglia medio piccola, dolcissimo ma introverso. Ossa stanche, la fine che si avvicina, e l’ultimissima debole speranza di un abbraccio. Dai più piccini ai giganti buoni. Tutti diversi, tutti uniti da una storia infelice: essere stati abbandonati dai loro “umani”. Non è facile, passare dai divani e dai giardini ad una gabbia, seppure riscaldata. I volontari dell’Impronta, sperano che qualcuno si faccia un regalo, e investa sull’affetto di un amico incapace di tradire. Le referenti dell’associazione, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159. Si può telefonare prima, e mettersi d’accordo sulla visita. Il canile del Comune è sempre aperto. Rexino e gli altri sono là, e aspettano.


Articolo dedicato alle nostre inseparabili Luna e Selene.
 
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
 
Le avevano lasciate davanti al cancello del canile. Giovanissime, già in attesa dei piccoli. Così magre da far temere che non sarebbero riuscite a farcela. Grazie alle cure e alla vicinanza, Luna e Selene si sono salvate. Sono diventate mamme di una nidiata di micetti, tutti dati in adozione. E finalmente le porte del rifugio si sono spalancate anche per loro. «Non volevamo separarle – confida Pierandrea Fosella – e abbiamo preferito aspettare un po’ di più, pur di trovare un’adozione di coppia. Ci siamo riusciti, e siamo felicissimi». A sperare in una famiglia, sono rimasti Lizzy la “selvatica” e Bobo il cucciolino, e l’anzianotta Norma, bianca e nera, il sussiegoso Leo, il tigrato Oliviero. E re … Satana, il gattone solitario, impossibile da coccolare, che fino ad oggi ha scoraggiato tutti quanti si siano solo minimamente avvicinati alla sua reggia, mostrando un regale disinteresse a tutti gli

Articolo dedicato alle nostre inseparabili Luna e Selene.

 

Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:

 

Le avevano lasciate davanti al cancello del canile. Giovanissime, già in attesa dei piccoli. Così magre da far temere che non sarebbero riuscite a farcela. Grazie alle cure e alla vicinanza, Luna e Selene si sono salvate. Sono diventate mamme di una nidiata di micetti, tutti dati in adozione. E finalmente le porte del rifugio si sono spalancate anche per loro. «Non volevamo separarle – confida Pierandrea Fosella – e abbiamo preferito aspettare un po’ di più, pur di trovare un’adozione di coppia. Ci siamo riusciti, e siamo felicissimi». A sperare in una famiglia, sono rimasti Lizzy la “selvatica” e Bobo il cucciolino, e l’anzianotta Norma, bianca e nera, il sussiegoso Leo, il tigrato Oliviero. E re … Satana, il gattone solitario, impossibile da coccolare, che fino ad oggi ha scoraggiato tutti quanti si siano solo minimamente avvicinati alla sua reggia, mostrando un regale disinteresse a tutti gli "umani”. Mai dire mai. Per informazioni sulle adozioni dei gatti, contattare  Barbara 3489761165.


Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 1°
 
La Nazione di Spezia ha dedicato un bellissimo articolo al nostro canile! Quasi tre pagine per descrivere come la nostra associazione lo stia gestendo, le migliorie che abbiamo e stiamo apportando e i progetti per il futuro.Ne siamo felici ed orgogliosi perchè speriamo che sempre più persone prendano atto della realtà dei canili, che vengano a conoscenza di quanti cani e gatti cercano una casa, che si rendano conto che tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiare in meglio questa brutta realtà, adottando, facendo volontariato, diffondendo consapevolezza sulle sterilizzazioni, sull'acquisto di un amico per sempre, sulle movimentazioni e i traffici di cani.Noi stiamo impiegando tutte le nostre forze per far sì che i cani e i gatti senza una famiglia stiano il meglio possibile e abbiano la possibilità di trovarla, e speriamo nel nostro piccolo essere di esempio e di dare speranza a tanti altri volontari e brave persone che hanno davvero a cuore queste creature sfortunate.

Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 1°

 

La Nazione di Spezia ha dedicato un bellissimo articolo al nostro canile! Quasi tre pagine per descrivere come la nostra associazione lo stia gestendo, le migliorie che abbiamo e stiamo apportando e i progetti per il futuro.
Ne siamo felici ed orgogliosi perchè speriamo che sempre più persone prendano atto della realtà dei canili, che vengano a conoscenza di quanti cani e gatti cercano una casa, che si rendano conto che tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiare in meglio questa brutta realtà, adottando, facendo volontariato, diffondendo consapevolezza sulle sterilizzazioni, sull'acquisto di un amico per sempre, sulle movimentazioni e i traffici di cani.
Noi stiamo impiegando tutte le nostre forze per far sì che i cani e i gatti senza una famiglia stiano il meglio possibile e abbiano la possibilità di trovarla, e speriamo nel nostro piccolo essere di esempio e di dare speranza a tanti altri volontari e brave persone che hanno davvero a cuore queste creature sfortunate.


Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 2°
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 






Qual è la cosa che rimane più impressa nella testa e nel cuore dei visitatori del canile? L’amore incondizionato che ogni volontario nutre per gli ospiti presenti in struttura.
La ‘squadra’ gira per le gabbie presentandoli pe rnome, sempre. Ripercorre la loro storia, descrive con una bella luce negli occhi il loro carattere. Anche quelli più birichini. Per prima cosa, varcato il cancello d’entrata, i volontari ci accompagnano nelle stanze che “L’impronta” ha deciso di concedere ai cani più anziani spendendo qualche parola di affetto per due cagnetti di 17 anni l’uno, l’inseparabile duo composto dalle sorelle Telma e Louise che oggi vive al caldo nell’area cucina. Dopodiché la scena la ruba un’altra coppia, questa volta felina. Sono i fratelli tigrati Bobo e Lizzy, per i quali si cerca un’adozione di coppia (visto il legame profondo che li unisce fin dal loro primo giorno in canile). Prima di arrivare alle gabbie incrociamo anche il ‘rifugio’ in cui convivono un gatto e un cane, una bellissima coppia che dimostra quanto gli animali possano superare le barriere, i luoghi comuni e trovare sintonia che per molti è ancora reputata buffa e improbabile.
Dopo aver finito il giro tra le stanze – all’interno delle quali sono stati collocati gli adottabili più vecchietti – iniziamo a percorrere in lungo e in largo la struttura più capiente. Sia l’area giorno dove i cani si godono le ore di sole, sia la zona notte dove invece i volontari hanno le coperte e il carrello che usano per girare tra le gabbie, nutrire gli ospiti in base alle loro necessità. E lì che ci catapultiamo nella zona più ‘movimentata’ del rifugio.
Quella fatta di abbai, code che scodinzolano, occhi felici e tristi, zampe che si appoggiano alle grate e anime che aspettano, silenziose. Sono tanti, tantissimi. Di cani ce ne sono 98 in totale (prima dell’ingresso dell’Impronta erano 100, ndr). Dal primo agosto, ovvero da quando è cambiata la gestione della struttura comunale, le adozioni sono state 25 in totale; 10 can i e 15 gatti. Purtroppo altri ospiti sono entrati. La speranza, però, è adottare il più possibile. Evitare che fido e micio trascorrano la loro vita in canile, come è già successo e succederà ancora.
Nel frattempo i volontari trattano i loro 110 ospiti come se fossero i loro. E, in effetti, anche solo a guardare quella sorta di danza animale-uomo, si capisce subito che ci troviamo davanti a una grande famiglia. Umana, canina, felina. C’è confidenza, sintonia e affetto. Ed è proprio l’amore per gli amici a quattro zampe che ha spinto il gruppo a mobilitarsi anche per i cani più problematici, tipo il pastore tedesco Zeus che, per un anno, non ha potuto mettere il naso fuori dalla sua gabbia. A causa del carattere poco socievole con cui è entrato in canile – dovuto a una brutta esperienza pregressa – e a causa della posizione che le era stata assegnata non ha potuto sgambettare come tutti gli altri ospiti.
Ora, però, grazie al volontario Maurizio Di Bono – che ha costruito e montato un cancello speciale – Zeus è libero. Può uscire, annusare l’erba, sedersi ad aspettare, vedere il mondo com’è realmente, non più solo attraverso un intreccio di linee metalliche disposte su quattro pareti.
Le storie degli animali in cerca di casa sono tante; non si possono raccontare tutte. In compenso i volontari sono sempre pronti e disponibili a divulgarle. Basta raggiungere il canile di San Venerio tutti i giorni (9.30-12.30; 15_18), possibilmente di pomeriggio quando i volontari sono più numerosi, o chiamare Losa al 320 1448159 o Elisabetta al 338 2635117. Raggiungendo il rifugio troverete code pronte a scodinzolarvi e cuoricini disposti a dare e ricevere amore.
Giulia Tonelli


La parola ai volontari
Anna Cirillo: Cerchiamo di sponsorizzare le adozioni di cani adulti o anziani. Vale la pena scegliere loro.


Massimo Vignudelli: Io mi occupo di pulire l’area dedicata allo sgambo e faccio parecchie passeggiate con i cani.


Manuela Romeo: Io sono qui da undici anni. Tanti cani che al mio arrivo erano solo cuccioli li ho visti crescere.


Losa Porcu: Stiamo facendo tanta fatica ma siamo molto felici perché abbiamo notato tanti miglioramenti.


Elisabetta Spinozzi: la priorità è sempre il benessere degli animali: usciti di qui devono finire nelle famiglie giuste.












 







 





 

Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 2°

 

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Qual è la cosa che rimane più impressa nella testa e nel cuore dei visitatori del canile? L’amore incondizionato che ogni volontario nutre per gli ospiti presenti in struttura.
La ‘squadra’ gira per le gabbie presentandoli pe rnome, sempre. Ripercorre la loro storia, descrive con una bella luce negli occhi il loro carattere. Anche quelli più birichini. Per prima cosa, varcato il cancello d’entrata, i volontari ci accompagnano nelle stanze che “L’impronta” ha deciso di concedere ai cani più anziani spendendo qualche parola di affetto per due cagnetti di 17 anni l’uno, l’inseparabile duo composto dalle sorelle Telma e Louise che oggi vive al caldo nell’area cucina. Dopodiché la scena la ruba un’altra coppia, questa volta felina. Sono i fratelli tigrati Bobo e Lizzy, per i quali si cerca un’adozione di coppia (visto il legame profondo che li unisce fin dal loro primo giorno in canile). Prima di arrivare alle gabbie incrociamo anche il ‘rifugio’ in cui convivono un gatto e un cane, una bellissima coppia che dimostra quanto gli animali possano superare le barriere, i luoghi comuni e trovare sintonia che per molti è ancora reputata buffa e improbabile.
Dopo aver finito il giro tra le stanze – all’interno delle quali sono stati collocati gli adottabili più vecchietti – iniziamo a percorrere in lungo e in largo la struttura più capiente. Sia l’area giorno dove i cani si godono le ore di sole, sia la zona notte dove invece i volontari hanno le coperte e il carrello che usano per girare tra le gabbie, nutrire gli ospiti in base alle loro necessità. E lì che ci catapultiamo nella zona più ‘movimentata’ del rifugio.
Quella fatta di abbai, code che scodinzolano, occhi felici e tristi, zampe che si appoggiano alle grate e anime che aspettano, silenziose. Sono tanti, tantissimi. Di cani ce ne sono 98 in totale (prima dell’ingresso dell’Impronta erano 100, ndr). Dal primo agosto, ovvero da quando è cambiata la gestione della struttura comunale, le adozioni sono state 25 in totale; 10 can i e 15 gatti. Purtroppo altri ospiti sono entrati. La speranza, però, è adottare il più possibile. Evitare che fido e micio trascorrano la loro vita in canile, come è già successo e succederà ancora.
Nel frattempo i volontari trattano i loro 110 ospiti come se fossero i loro. E, in effetti, anche solo a guardare quella sorta di danza animale-uomo, si capisce subito che ci troviamo davanti a una grande famiglia. Umana, canina, felina. C’è confidenza, sintonia e affetto. Ed è proprio l’amore per gli amici a quattro zampe che ha spinto il gruppo a mobilitarsi anche per i cani più problematici, tipo il pastore tedesco Zeus che, per un anno, non ha potuto mettere il naso fuori dalla sua gabbia. A causa del carattere poco socievole con cui è entrato in canile – dovuto a una brutta esperienza pregressa – e a causa della posizione che le era stata assegnata non ha potuto sgambettare come tutti gli altri ospiti.
Ora, però, grazie al volontario Maurizio Di Bono – che ha costruito e montato un cancello speciale – Zeus è libero. Può uscire, annusare l’erba, sedersi ad aspettare, vedere il mondo com’è realmente, non più solo attraverso un intreccio di linee metalliche disposte su quattro pareti.
Le storie degli animali in cerca di casa sono tante; non si possono raccontare tutte. In compenso i volontari sono sempre pronti e disponibili a divulgarle. Basta raggiungere il canile di San Venerio tutti i giorni (9.30-12.30; 15_18), possibilmente di pomeriggio quando i volontari sono più numerosi, o chiamare Losa al 320 1448159 o Elisabetta al 338 2635117. Raggiungendo il rifugio troverete code pronte a scodinzolarvi e cuoricini disposti a dare e ricevere amore.
Giulia Tonelli
La parola ai volontari
Anna Cirillo: Cerchiamo di sponsorizzare le adozioni di cani adulti o anziani. Vale la pena scegliere loro.
Massimo Vignudelli: Io mi occupo di pulire l’area dedicata allo sgambo e faccio parecchie passeggiate con i cani.
Manuela Romeo: Io sono qui da undici anni. Tanti cani che al mio arrivo erano solo cuccioli li ho visti crescere.
Losa Porcu: Stiamo facendo tanta fatica ma siamo molto felici perché abbiamo notato tanti miglioramenti.
Elisabetta Spinozzi: la priorità è sempre il benessere degli animali: usciti di qui devono finire nelle famiglie giuste.
 
 
 

Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 3°

Tre pagine dedicate alla nostra associazione ed alle novità della gestione del canile municipale sul quotidiano LA NAZIONE. Parte 3°


Bellissimo articolo della giornalista Sondra Coggio uscito oggi su Il Secolo XIX. Si parla delle lampade riscaldanti installate al canile municipale della Spezia, merito della fruttuosa collaborazione tra il Comune e la nostra Associazione.
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Abbracciarli tutti non è possibile, in specie la notte, ma tenerli al calduccio sì. E al canile della città, oltre alle copertine che proteggono dal freddo, sono arrivate le lampade riscaldanti, che diffondono una luce rossa, avvolgente, e proteggono soprattutti i cani più anziani, più fragili, più spaventati. Ammaliati, i cani del rifugio hanno accolto la novità con una gioia perfino inaspettata. E lo spettacolo ha intenerito i volontari dell'associazione L'Impronta, divertiti da tanto entusiasmo. «Non si staccavano più - confida divertito Pierandrea Fosella - erano letteralmente rapiti, affascinati. Un colpo d'occhio che da solo ti gratifica di tutti i sacrifici». L'operazione lampade è stata possibile grazie ad un gioco di squadra. I volontari hanno acquistato ben 26 lampade, ma la struttura non era in grado di sopportare l’accensione contemporanea. La linea elettrica era insufficiente, e peraltro malandata. E così è stato necessario bussare al Comune, e chiedere una mano. «Col freddo alle porte – confidano i ragazzi del canile – il timore era quello che non ci fossero i tempi». Si sono rimboccati tutti le maniche. I funzionari Marco Baudone e Roberto Pomo, il dirigente Massimiliano Curletto. «E a quel punto, serviva il via libera dell’assessore, Giulia Giorgi, e del sindaco Pierluigi Peracchini». Il benestare è arrivato in fretta, e al canile s’è presentata la ditta Sel, con Roberto Franchi, per dare il via ai lavori. «Ciascuno ha fatto la sua parte – sottolineano i volontari – per arrivare a far funzionare tutte e 26 le lampade contemporaneamente. Ed eccoci qua, con i cani meno giovani, che si crogiolano al calduccio». Si spera che qualcuno riesca ad essere adottato, prima del grande freddo, ma nell’attesa si è investito su queste lampade, che piacciono tantissimo. Nerò tutto impettito, Anna ed Elsa accovacciate, Meck sprofondato in mezzo al lettino, Aldo letteralmente inchiodato sotto la luce. Come attori consumati, i cani si sono trasformati in divi, su un set di fantasia. Arriverà il freddo, che già la notte si fa sentire, e ci sarà uno scudo in più, a proteggere in più deboli. L’entusiasmo è contagioso. E la voglia di fare dei volontari sta attirando altre persone, mosse dalla volontà di contribuire a rendere il rifugio sempre più accogliente. È stata ricavata un’area di sgambatura in più, grazie alla pulizia di una parte di bosco, e sono stati realizzati nuovi cancelletti per quelle gabbie in cui erano rinchiusi cani meno socievoli. Grazie a questi piccoli accorgimenti, potranno uscire di più.

Bellissimo articolo della giornalista Sondra Coggio uscito oggi su Il Secolo XIX. Si parla delle lampade riscaldanti installate al canile municipale della Spezia, merito della fruttuosa collaborazione tra il Comune e la nostra Associazione.



Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:



Abbracciarli tutti non è possibile, in specie la notte, ma tenerli al calduccio sì. E al canile della città, oltre alle copertine che proteggono dal freddo, sono arrivate le lampade riscaldanti, che diffondono una luce rossa, avvolgente, e proteggono soprattutti i cani più anziani, più fragili, più spaventati. Ammaliati, i cani del rifugio hanno accolto la novità con una gioia perfino inaspettata. E lo spettacolo ha intenerito i volontari dell'associazione L'Impronta, divertiti da tanto entusiasmo. «Non si staccavano più - confida divertito Pierandrea Fosella - erano letteralmente rapiti, affascinati. Un colpo d'occhio che da solo ti gratifica di tutti i sacrifici». L'operazione lampade è stata possibile grazie ad un gioco di squadra. I volontari hanno acquistato ben 26 lampade, ma la struttura non era in grado di sopportare l’accensione contemporanea. La linea elettrica era insufficiente, e peraltro malandata. E così è stato necessario bussare al Comune, e chiedere una mano. «Col freddo alle porte – confidano i ragazzi del canile – il timore era quello che non ci fossero i tempi». Si sono rimboccati tutti le maniche. I funzionari Marco Baudone e Roberto Pomo, il dirigente Massimiliano Curletto. «E a quel punto, serviva il via libera dell’assessore, Giulia Giorgi, e del sindaco Pierluigi Peracchini». Il benestare è arrivato in fretta, e al canile s’è presentata la ditta Sel, con Roberto Franchi, per dare il via ai lavori. «Ciascuno ha fatto la sua parte – sottolineano i volontari – per arrivare a far funzionare tutte e 26 le lampade contemporaneamente. Ed eccoci qua, con i cani meno giovani, che si crogiolano al calduccio». Si spera che qualcuno riesca ad essere adottato, prima del grande freddo, ma nell’attesa si è investito su queste lampade, che piacciono tantissimo. Nerò tutto impettito, Anna ed Elsa accovacciate, Meck sprofondato in mezzo al lettino, Aldo letteralmente inchiodato sotto la luce. Come attori consumati, i cani si sono trasformati in divi, su un set di fantasia. Arriverà il freddo, che già la notte si fa sentire, e ci sarà uno scudo in più, a proteggere in più deboli. L’entusiasmo è contagioso. E la voglia di fare dei volontari sta attirando altre persone, mosse dalla volontà di contribuire a rendere il rifugio sempre più accogliente. È stata ricavata un’area di sgambatura in più, grazie alla pulizia di una parte di bosco, e sono stati realizzati nuovi cancelletti per quelle gabbie in cui erano rinchiusi cani meno socievoli. Grazie a questi piccoli accorgimenti, potranno uscire di più.


L'evento

L'evento "IL CANILE VA IN CITTA'" raccontato in questo articolo su Il Secolo XIX

 Una passeggiata nel centro città, che vedrà protagonisti i cani ospiti del canile municipale della Spezia. Questo è l'annuale appuntamento con "Il canile va in città", l'evento organizzato dai volontari delle associazione "L'Impronta" . I cittadini avranno l'opportunità di incontrare alcuni dei fantastici cani che cercano una famiglia per la vita, senza bisogno di spostarsi troppo, magari scendendo solo le scale e facendo pochi passi fuori dal portone.
Un'occasione preziosa per conoscere e innamorarsi di un amico a quattro zampe che al momento è costretto ingiustamente a passare la sua vita all'interno di una gabbia. "Potreste proprio essere voi quell'angelo che li riscatta dalla prigionia, quella famiglia da cui non vede l'ora di prendere tanti abbracci e con cui giocare instancabilmente. Naturalmente - spiegano i volontari - i cani che porteremo sono solo una piccolissima rappresentanza dei tanti loro amici che vi aspettano in canile, venite anche a trovarci direttamente nelle strutture, i volontari sapranno aiutarvi a trovare la vostra anima gemella".


Se farete visita in canile, vedrete una gabbia apparentemente vuota….sul cancello scritto Gianni, ma niente, vuota . Ebbene, nascosto nel mio micro appartamento ci sono io, Gianni, che vi spio. E si, sono quello in foto, bello, piccolo, giovane, ma un po' fifone. Ho solo bisogno di un po' di tempo per approcciarmi con gli umani sconosciuti, chiedete pure ai mie amici volontari, con loro corro e mi prendo tante coccole. Non ci credete ? Se avete un prato, un divano comodo e pazienza, ve lo dimostrero'.

Se farete visita in canile, vedrete una gabbia apparentemente vuota….sul cancello scritto Gianni, ma niente, vuota . Ebbene, nascosto nel mio micro appartamento ci sono io, Gianni, che vi spio. E si, sono quello in foto, bello, piccolo, giovane, ma un po' fifone. Ho solo bisogno di un po' di tempo per approcciarmi con gli umani sconosciuti, chiedete pure ai mie amici volontari, con loro corro e mi prendo tante coccole. Non ci credete ? Se avete un prato, un divano comodo e pazienza, ve lo dimostrero'.


Oggi vogliamo annunciarvi la nuova convivenza tra Oliviero e Leo e Norma!Vanno abbastanza d’accordo! Ognuno ha la propria cuccia e la propria ciotola di croccantini! Ogni tanto si arrabbiano un po’...ma si sa che tra i gatti è più che normale!Hanno un po’ più di libertà rispetto agli altri gattini nella gabbia...ma avrebbero tanto bisogno di una casa accogliente e piena d’amore!Oliviero, ormai non più tanto giovane ha bisogno di “un umano” che gli faccia passare l’inverno al calduccio!E i bellissimi Leo e Norma, da tanto in canile, cercano casa e tante coccole.

Oggi vogliamo annunciarvi la nuova convivenza tra Oliviero e Leo e Norma!
Vanno abbastanza d’accordo! Ognuno ha la propria cuccia e la propria ciotola di croccantini! Ogni tanto si arrabbiano un po’...ma si sa che tra i gatti è più che normale!
Hanno un po’ più di libertà rispetto agli altri gattini nella gabbia...ma avrebbero tanto bisogno di una casa accogliente e piena d’amore!
Oliviero, ormai non più tanto giovane ha bisogno di “un umano” che gli faccia passare l’inverno al calduccio!
E i bellissimi Leo e Norma, da tanto in canile, cercano casa e tante coccole.


Yago ha partecipato alla terza edizione della corsa podistica di beneficenza Dog for children, a parlarne in questo articolo la giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX
Per agevolare la lettura dell’articolo lo riportiamo qui sotto in maniera integrale:
Fra i quattro zampe della Dog for children , la corsa di beneficenza c’era anche Yago, cagnolino del canile della Spezia in cerca di adozione con i volontari dell’Impronta onlus Massimo Vignudelli, Mattia Artioli, Lara Bernacchi e Raffaella Stefani. E ritornare in gabbia dopo tanta gioia, è stato difficile. Sei anni, il piccolino ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio in mezzo a tutta quella gente in festa. Una pillola di felicità, per un cane costretto in canile. Allegro quanto basta. Molto affettuoso. Una taglia medio-piccola, un cagnolino che ha tanta voglia di compagnia e di fare qualche bella passeggiata che ora può fare solo con il contagocce, grazie ai volontari. Gli hanno dato un nome drammatico, che richiama l’alfiere infido di Otello, nella tragedia di Shakespeare. Da Iago, come è scritto nell’opera , a Yago, alla castigliana. Il cagnolino aspetta fiducioso che qualcuno salga ad adottarlo. Si trova in via del Monte a San Venerio. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159.

Yago ha partecipato alla terza edizione della corsa podistica di beneficenza Dog for children, a parlarne in questo articolo la giornalista Sondra Coggio su Il Secolo XIX



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Fra i quattro zampe della Dog for children , la corsa di beneficenza c’era anche Yago, cagnolino del canile della Spezia in cerca di adozione con i volontari dell’Impronta onlus Massimo Vignudelli, Mattia Artioli, Lara Bernacchi e Raffaella Stefani. E ritornare in gabbia dopo tanta gioia, è stato difficile. Sei anni, il piccolino ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio in mezzo a tutta quella gente in festa. Una pillola di felicità, per un cane costretto in canile. Allegro quanto basta. Molto affettuoso. Una taglia medio-piccola, un cagnolino che ha tanta voglia di compagnia e di fare qualche bella passeggiata che ora può fare solo con il contagocce, grazie ai volontari. Gli hanno dato un nome drammatico, che richiama l’alfiere infido di Otello, nella tragedia di Shakespeare. Da Iago, come è scritto nell’opera , a Yago, alla castigliana. Il cagnolino aspetta fiducioso che qualcuno salga ad adottarlo. Si trova in via del Monte a San Venerio. Le referenti dell’associazione di volontariato, per le adozioni dei cani, sono Elisabetta 338 2635117 e Losa 320 1458159.


Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Durante la tempesta.
Cani e gatti tenuti al sicuro.
Maltempo senza gravi danni al Canile della Spezia, grazie all’impegno dei volontari dell’associazione L’Impronta che hanno presidiato la struttura. La manutenzione , i tagli dell’erba, la presenza, hanno evitato disagi ai cani e ai gatti ricoverati all’interno.

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Durante la tempesta.

Cani e gatti tenuti al sicuro.

Maltempo senza gravi danni al Canile della Spezia, grazie all’impegno dei volontari dell’associazione L’Impronta che hanno presidiato la struttura. La manutenzione , i tagli dell’erba, la presenza, hanno evitato disagi ai cani e ai gatti ricoverati all’interno.


UN CANCELLO PER ZEUS…...
Zeus è un bel pastore tedesco con una storia molto triste alle spalle,e ad un cane i segni restano, nell’anima…Quando è arrivato in canile non era così socievole e purtroppo la posizione della gabbia a lui affidata non permetteva l’uscita quotidiana che tutti gli ospiti della nostra struttura fanno. Uscire dalla gabbia significa non impazzire, non si può stare tutta la vita dietro le sbarre!Quindi Zeus, per un anno, purtroppo, non è uscito dalla gabbia.Zeus, per fortuna, non è impazzito perché è un gran cane che ha solo bisogno di tempo e rispetto.Dal primo Agosto, oltre a miliardi di impegni presi di conseguenza alla gestione della struttura, c’era un obiettivo: FARE USCIRE ZEUS!E così ci siamo mobilitati e grazie al mitico Maurizio Di Bono, volontario e grande animalista, Zeus ora esce: da un primo frenetico sgambo, quasi non capisse cosa gli stesse succedendo, ora annusa l’erba con piacere, trotta felice e si siede ad aspettare, al sole, fuori da quelle 4 reti che lo hanno avvolto per più di un anno.Maurizio ha progettato, costruito e montato un cancello proprio per Zeus, perché da noi nessuno è un numero, tutti sono qualcuno da tutelare, proteggere e amare.
 
Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:
 
Lo avevano strappato anni fa ad un grave maltrattamento. Poi, il parcheggio in canile. In una gabbia separata dalle altre. Un buco, dal quale non poteva uscire, per sgambare. Zeus era prigioniero. Non più maltrattato, ma tremendamente solo.I ragazzi dell’Impronta, la onlus che gestisce ora il canile pubblico, hanno trovato un aiuto in un volontario, Maurizio Di Bono, che ha risolto tutto. Un mese di lavoro, per realizzare un cancello, che ora permette a Zeus di sgambare.Un sogno realizzato. “Perché un cane non è un numero”, spiegano, entusiasti.E tale è la passione dei ragazzi, da trascinare il Comune. Dopo una vita, è stato sanato l’impianto idrico. Sono state riparate le perdite, sostituiti i tubi rotti. E già si parla di risanare l’impianto elettrico, per mettere lampade calde in inverno, ed un sistema fotovoltaico che acchiappi i raggi del sole, e dia energia al rifugio.Solo La Spezia ha il suo canile comunale. “Ogni euro speso – spiegano i volontari – è un investimento in un progetto che vale, sottrae i randagi alla strada, sensibilizza alle adozioni.Grazie al Comune, alle istituzioni, e grazie ai cittadini, per tutto l’aiuto che danno”.

UN CANCELLO PER ZEUS…...

Zeus è un bel pastore tedesco con una storia molto triste alle spalle,
e ad un cane i segni restano, nell’anima…
Quando è arrivato in canile non era così socievole e purtroppo la posizione della gabbia a lui affidata non permetteva l’uscita quotidiana che tutti gli ospiti della nostra struttura fanno. Uscire dalla gabbia significa non impazzire, non si può stare tutta la vita dietro le sbarre!
Quindi Zeus, per un anno, purtroppo, non è uscito dalla gabbia.
Zeus, per fortuna, non è impazzito perché è un gran cane che ha solo bisogno di tempo e rispetto.
Dal primo Agosto, oltre a miliardi di impegni presi di conseguenza alla gestione della struttura, c’era un obiettivo: FARE USCIRE ZEUS!
E così ci siamo mobilitati e grazie al mitico Maurizio Di Bono, volontario e grande animalista, Zeus ora esce: da un primo frenetico sgambo, quasi non capisse cosa gli stesse succedendo, ora annusa l’erba con piacere, trotta felice e si siede ad aspettare, al sole, fuori da quelle 4 reti che lo hanno avvolto per più di un anno.
Maurizio ha progettato, costruito e montato un cancello proprio per Zeus, perché da noi nessuno è un numero, tutti sono qualcuno da tutelare, proteggere e amare.

 

Per agevolarne la lettura  riportiamo qui sotto il contenuto dell’articolo in maniera integrale:

 

Lo avevano strappato anni fa ad un grave maltrattamento. Poi, il parcheggio in canile. In una gabbia separata dalle altre. Un buco, dal quale non poteva uscire, per sgambare. Zeus era prigioniero. Non più maltrattato, ma tremendamente solo.
I ragazzi dell’Impronta, la onlus che gestisce ora il canile pubblico, hanno trovato un aiuto in un volontario, Maurizio Di Bono, che ha risolto tutto. Un mese di lavoro, per realizzare un cancello, che ora permette a Zeus di sgambare.
Un sogno realizzato. “Perché un cane non è un numero”, spiegano, entusiasti.
E tale è la passione dei ragazzi, da trascinare il Comune. Dopo una vita, è stato sanato l’impianto idrico. Sono state riparate le perdite, sostituiti i tubi rotti. E già si parla di risanare l’impianto elettrico, per mettere lampade calde in inverno, ed un sistema fotovoltaico che acchiappi i raggi del sole, e dia energia al rifugio.
Solo La Spezia ha il suo canile comunale. “Ogni euro speso – spiegano i volontari – è un investimento in un progetto che vale, sottrae i randagi alla strada, sensibilizza alle adozioni.
Grazie al Comune, alle istituzioni, e grazie ai cittadini, per tutto l’aiuto che danno”.


Questo il nostro post di addio al dolce Corda:
 
Mentre l'estate cede il passo all'autunno,un cane nero muore in canile.Mentre

Questo il nostro post di addio al dolce Corda:

 

Mentre l'estate cede il passo all'autunno,
un cane nero muore in canile.
Mentre "ma si dai, una cucciolata facciamogliela fare",
un cane nero muore in canile.
Mentre parte l'ennesima staffetta,
un cane nero muore in canile.
Mentre clicchi su 'compralo ora',
un cane nero muore in canile.
Mentre invece che sterilizzare, salvi il mondo spostando cani dal Sud,
un cane nero al Nord muore in canile.
Mentre scegli un border o un golden perché di moda,
un cane nero muore in canile.
Mentre utopicamente aspetti di avere la villa col parco di Versailles,
un cane nero muore in canile.

A nulla serve più sgolarsi a raccontare quanto sei buono, quanto sei ubbidiente, quanto sei educato in casa.
L'amore infinito che provavamo per te noi sciocchi e visionari volontari, sarà sempre e solo nostro e ti accompagni in questo viaggio... non è un banchetto, non è un evento, non è una casa, non una famiglia ma sicuramente sarà per te il Paradiso.
Arrivederci Corda e ti preghiamo, se quel ponte con fiori ed arcobaleno esiste davvero, aspettaci li ad accogliere le nostre anime ferite.

 

E questo il testo dell'articolo che per agevolarne la lettura viene riportato  qui sotto in maniera integrale:

 

Era stato trovato in un bosco, il collo stretto da un laccio
Vani i tentativi dei volontari del canile di salvargli la vita

Lo avevano sentito piangere. Piano, piano. In mezzo al bosco. Non si riusciva nemmeno a capire dove fosse. Seguendo quel richiamo sottile, sofferente, lo avevano trovato, ed il veterinario aveva scosso la testa. «Non ce la farà».

Quel cane, preso al laccio da un bracconiere, era diventato tutt’uno con la corda. Non si poteva guardarlo, da come era ridotto. Tanto aveva lottato, per tentare di liberarsi, che la trappola gli si era infilata sotto nella carne. Eppure i suoi occhi, grandi, erano dolci e sgranati. Umili, nel chiedere aiuto.

Era successo qualche anno fa. L’aveva raccontato Il Secolo XIX, di quel cane, sopravvissuto poi contro ogni previsione. L’avevano chiamato Corda, in canile. Per ricordare quanto può essere cattivo chi bracca gli animali nel bosco. Non era toccato ad una volpe, ad un cinghiale. Era toccato a lui. Stessa terribile violenza. Sarebbe morto dissanguato, il meticcio con la barba bianca, se non l’avessero trovato.

Nessuno lo aveva cercato, quando era stata pubblicata la sua foto. E nessuno lo aveva adottato. Troppo «normale». Eppure i suoi occhi erano rimasti teneri e fiduciosi. Colmi di affetto. Se l’erano preso a cuore, i volontari. Una carezza per Corda. Un bocconcino per Corda. E se l’erano anche portato ai banchetti, negli ultimi due anni. Perché speravano davvero che potesse trovare una famiglia. Un cane «perfetto», pacato, equilibrato. Adulto, ma non vecchio. E tanto gentile.

L’altra mattina l’hanno trovato morto. Sapevano che le tante sofferenze patite gli avrebbero presentato il conto, e che non c’era niente di più che si potesse fare. Se n’è andato col suo sorriso, Corda. Con lo sguardo buono di chi non concepisce rancore, ma solo riconoscenza. I suoi occhi si erano fatti più maturi, quasi saggi.

Era riuscito a perdonare chi lo aveva fatto soffrire, e a vivere in pace con sé stesso, nel suo piccolo mondo di pochi metri di cella, aspettando le sgambate coi volontari, e quei banchetti in cerca di un padrone che non verrà.